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Il pendolo di Foucault 29 страница

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Ricordiamo bene, però, le segrete allusioni a un periodo di 120 anni che fratello A..., il successore di D e ultimo della seconda linea di successione - vissuto tra molti di noi - rivolse a noi della terza linea di successione...

(Fama Fraternitatis, in Allgemeine und generai Ref ormation, Cassel, Wessel, 1614)

 

Se ne stava scordando, ora lo so. E certamente a questo periodo appartiene questo file, breve e stordito.

 

filename: Ennoia

 

Sei arrivata in casa, all'improvviso. Avevi quell'erba. Non volevo, perché non consento ad alcuna sostanza vegetale di interferire col funzionamento del mio cervello (ma mento, perché fumo tabacco e bevo distillati di grano). Comunque, le poche volte che all'inizio dei sessanta qualcuno mi costringeva a partecipare al giro del joint, con quella cartaccia viscida impregnata di saliva, e l'ultima tirata con Io spillo, mi veniva da ridere.

Ma ieri me l'offrivi tu, e ho pensato che forse era il tuo modo di offrirti, e ho fumato con fede. Abbiamo ballato stretti, come non si fa più da anni, e - che vergogna - mentre girava la Quarta di Mahler. Sentivo come se tra le braccia mi stesse lievitando una creatura antica, dal volto dolce e rugoso di vecchia capra, un serpe che sorgeva dal profondo dei miei lombi, e ti adoravo come una zia antichissima e universale. Probabilmente continuavo a muovermi stretto al tuo corpo, ma sentivo anche che ti stavi alzando a volo, ti trasformavi in oro, aprivi porte chiuse, muovevi gli oggetti a mezz'aria. Stavo penetrando nel tuo ventre oscuro, Megale Apophasis. Prigioniera degli angeli.

Non è forse te che cercavo? Forse sono qui ad attendere sempre te. Ogni volta ti ho perso perché non ti ho riconosciuto? Ogni volta ti ho perso perché ti ho riconosciuto e non ho osato? Ogni volta ti ho perso perché riconoscendoti sapevo che dovevo perderti?

Ma dove sei finita ieri sera? Mi sono risvegliato stamane, e avevo male alla testa.

 

Mi precipitai a leggere per intero i due manifesti dei Rosa-Croce, la Fama e la Confessio. E diedi una occhiata anche alla Nozze Chimiche di Christian Rosencreutz, di Johann Valentin Andreae, perché Andreae era il presunto autore dei manifesti.

I due manifesti erano apparsi in Germania tra il 1614 e il 1616. Una trentina d'anni dopo l'incontro del 1584 tra francesi e inglesi, ma quasi un secolo prima che i francesi dovessero congiungersi coi tedeschi.

Lessi i manifesti col proposito di non credere a quel che dicevano, ma di vederli in trasparenza, come se dicessero altro. Sapevo che per fargli dire altro dovevo saltare dei brani, e considerare certe proposizioni come più rilevanti di altre. Ma era esattamente quello che i diabolici e i loro maestri ci stavano insegnando. Se ci si muove nel tempo sottile della rivelazione non si debbono seguire le catene puntigliose e ottuse della logica e la loro monotona sequenzialità. D'altra parte, a prenderli alla lettera, i due manifesti erano un cumulo di assurdità, enigmi, contraddizioni.

Dunque non potevano dire quel che dicevano in apparenza, e quindi non erano né un richiamo a una profonda riforma spirituale, né la storia del povero Christian Rosencreutz. Erano, un messaggio in codice da leggere sovrapponendogli una griglia e una griglia lascia liberi certi spazi e ne copre altri. Come il messaggio in cifri. di Provins, dove contavano solo le iniziali. Io non avevo una griglia, ma bastava presupporla, e per presupporla occorreva leggere con diffidenza.

 

Che i manifesti parlassero del Piano di Provins era indubbio. Nella tomba di C.R. (allegoria della Grange-aux-Dtmes, la notte del 23 giugno 1344!) era stato messo in riserbo un tesoro affinché lo scoprissero í posteri, un tesoro "nascosto... per centoventi anni". Che questo tesoro non fosse di tipo pecuniario era altrettanto chiaro. Non solo si polemizzava con l'ingenua avidità degli alchimisti, ma si diceva apertamente che ciò che era stato promesso era un grande mutamento storico. E se qualcuno non avesse capito, il manifesto successivo ripeteva che non si doveva ignorare un'offerta che concerneva i miranda sextae aetatis (le meraviglie del sesto e finale appuntamento!) e si reiterava: "Se solo fosse piaciuto a Dio di portare sino a noi la luce del suo sesto Candelabrum... se si potesse leggere tutto in un solo libro e leggendolo si capisse e ricordasse ciò che è stato.... Come sarebbe piacevole se si potessero trasformare per mezzo del canto (del messaggio letto a viva voce!) le rocce (lapis exillis!) in perle e pietre preziose..." E si parlava ancora di arcani segreti, e di un governo che avrebbe dovuto essere instaurato in Europa, e di una "grande opera" da compiere...

Si diceva che C.R. era andato in Spagna (o in Portogallo?) e aveva mostrato ai dotti di laggiù "dove attingere ai veri indicia dei secoli futuri" ma invano. Perché invano? Perché un gruppo templare tedesco, agli inizi del Seicento, metteva in pubblico un segreto gelosissimo, come se occorresse uscire allo scoperto per reagire a un qualche blocco del processo di trasmissione?

Nessuno poteva negare che i manifesti tentassero di ricostruire le fasi del Piano così come le aveva sintetizzate Diotallevi. Il primo fratello di cui si accennava alla morte, o al fatto che fosse pervenuto al "limite", era il fratello I.O. che moriva in Inghilterra. Dunque qualcuno era arrivato trionfalmente al primo appuntamento. E si menzionava una seconda e una terza linea di successione. E sin qui tutto avrebbe dovuto essere regolare: la seconda linea, quella inglese, incontra la terza linea, quella francese, nel 1584, e della gente che scrive all'inizio del Seicento può parlare solo di quanto è accaduto ai primi tre gruppi. Nelle Nozze Chimiche, scritte da Andreae in epoca giovanile, e quindi prima dei manifesti (anche se appaiono nel 1616), simenzionavano tre maestosi templi, i tre luoghi che avrebbero già dovuto essere noti.

Però mi rendevo conto che invece i due manifesti parlavano, sì, negli stessi termini, ma come se si fosse verificato qualcosa di inquietante.

Per esempio, perché tanta insistenza sul fatto che il tempo fosse giunto, che fosse giunto il momento, malgrado il nemico avesse posto in opera tutte le sue astuzie perché l'occasione non si realizzasse? Quale occasione? Si diceva che la meta finale di C.R. era Gerusalemme, ma che non aveva potuto arrivarci. Perché? Si lodavano gli arabi perché essi si scambiavano messaggi, mentre in Germania i dotti non sapevano aiutarsi l'uno con l'altro. E si accennava a "un gruppo più grosso che vuole il pascolo tutto per sé". Qui non solo si parlava di qualcuno che stava cercando di stravolgere il Piano per perseguire un interesse particolare, ma anche di uno stravolgimento effettivo.

La Fama diceva che all'inizio qualcuno aveva elaborato una scrittura magica (ma certo, il messaggio di Provins) ma che l'orologio di Dio batte ogni minuto "mentre il nostro non riesce a suonare neppure le ore". Chi aveva mancato ai battiti dell'orologio divino, chi non aveva saputo arrivare a un certo punto nel momento giusto? Si accennava a un nucleo originario di fratelli che avrebbero potuto rivelare una filosofia segreta, ma avevano deciso di disperdersi per il mondo.

I manifesti denunciavano un disagio, un'incertezza, un senso di smarrimento. I fratelli delle prime linee di successione avevano fatto in modo di essere sostituiti ciascuno "da un successore degno", ma "essi avevano stabilito di tener segreto... il luogo della loro sepoltura e ancor oggi non sappiamo dove siano sepolti."

A che cosa si alludeva? Che cosa non si sapeva? Di quale "sepolcro" mancava l'indirizzo? Era evidente che i manifesti erano stati scritti perché una qualche informazione era andata perduta, e si faceva appello a chi per caso la conoscesse, affinché si facesse vivo.

Il finale della Fama era inequivocabile: "Chiediamo nuovamente a tutti i dotti in Europa... di considerare con animo benevolo la nostra offerta... di farci sapere le loro riflessioni... Perché anche se per ora non abbiamo rivelato i nostri nomi... chiunque ci farà pervenire il proprio nome potrà conferire con noi a viva voce, o — se vi fosse qualche impedimento — per iscritto."

Esattamente quello che si proponeva di fare il colonnello pubblicando la sua storia. Costringere qualcuno a uscire dal silenzio.

C'era un stato un salto, una pausa, una parentesi, una smagliatura. Nel sepolcro di R.C. non c'era scritto soltanto post 120 annos patebo, per rammentare il ritmo degli appuntamenti, stava anche scritto Nequaquam vacuum. Non "il vuoto non esiste", bensì "non dovrebbe esistere il vuoto". E invece si era creato un vuoto che doveva essere riempito!

 

Ma ancora una volta mi chiedevo: perché questo discorso veniva fatto in Germania, dove semmai la quarta linea doveva semplicemente attendere con santa pazienza che venisse il proprio turno? I tedeschi non potevano dolersi — nel 1614 — di un appuntamento mancato a Marienburg, perché l'appuntamento di Marienburg era previsto per il 1704!

Solo una conclusione era possibile: i tedeschi recriminavano che non si fosse verificato l'appuntamento precedente!

Ecco la chiave! I tedeschi della quarta linea si stavano lamentando che gli inglesi della seconda linea avessero perso i francesi della terza linea! Ma certo. Si potevano individuare nel testo allegorie di una trasparenza addirittura puerile: si apre il sepolcro di C.R. e vi si trovano le firme dei fratelli del primo e del secondo circolo, ma non del terzo! Portoghesi e inglesi sono lì, ma dove sono i francesi?

Insomma, i due manifesti Rosa-Croce alludevano, a saperli leggere, al fatto che gli inglesi avevano perduto i francesi. E secondo quello che noi avevamo stabilito gli inglesi erano gli unici a sapere dove avrebbero potuto trovare i francesi, e i francesi gli unici a sapere dove trovare í tedeschi. Ma anche se nel 1704 ifrancesi avessero scovato i tedeschi, si sarebbero presentati senza i due terzi di quel che dovevano consegnare.

I Rosa-Croce escono allo scoperto, rischiando quel che rischiano, perché quello è l'unico modo di salvare il Piano.
71

Non sappiamo neppure con certezza se i Fratelli della seconda linea abbiano posseduto la stessa sapienza della prima, né se siano stati ammessi alla conoscenza di tutti i segreti.

 

(Fama Fraternitatis, in Allgemeine und general Ref ormation, Cassel, Wessel, 1614)

 

Lo dissi perentoriamente a Belbo e a Diotallevi: convennero che il senso segreto dei manifesti era apertissimo persino per un occultista.

"Ora tutto è chiaro," disse Diotallevi. "Noi ci eravamo incaponiti a pensare che il piano si fosse bloccato nel passaggio tra tedeschi e pauliciani, e invece si era arrestato nel 1584 nel passaggio tra Inghilterra e Francia."

"Ma perché?" chiese Belbo. "Abbiamo una buona ragione perché nel 1584 gli inglesi non riescano a realizzare l'appuntamento coi francesi? Gli inglesi sapevano dove fosse il Refuge, anzi, erano gli unici a saperlo."

Voleva la verità. E attivò Abulafia. Chiese, per provare, una connessione di due soli dati. E l'output fu:

 

Minnie è la fidanzata di Topolino

Trenta giorni ha novembre con april giugno e settembre

 

"Come interpretare?" chiese Belbo. "Minnie ha un appuntamento con Topolino, ma per sbaglio glielo dà il trentuno settembre e Topolino..."

"Fermi tutti!" dissi. "Minnie avrebbe potuto commettere un errore solo se avesse dato il suo appuntamento il 5 ottobre del 1582!"

"E perché?"

"La riforma gregoriana del calendario! Ma è naturale. Nel 1582 entra in vigore la riforma gregoriana che corregge il calendario giuliano, e per ristabilire l'equilibrio abolisce dieci giorni del mese di ottobre, dal 5 al 14!"

"Ma l'appuntamento in Francia è per il 1584, la notte di San Giovanni, il 23 giugno," disse Belbo.

"Infatti. Ma se ben ricordo, la riforma non è entrata subito in vigore dappertutto." Consultai il Calendario Perpetuo che avevamo negli scaffali. "Ecco, la riforma viene promulgata nel 1582, e si aboliscono i giorni dal 5 al 14 ottobre, ma questo funziona solo per íl papa. La Francia adotta la riforma nel 1583 e abolisce i giorni dal 10 al 19 dicembre. In Germania succede uno scisma e le regioni cattoliche adottano la riforma nel 1584, come in Boemia, mentre le regioni protestanti l'adottano nel 1775, capite, quasi duecento anni dopo, per non dire della Bulgaria – questo è un dato da tener presente – che l'adotta solo nel 1917. Vediamo ora l'Inghilterra... Passa alla riforma gregoriana nel 1752! Naturale, in odio ai papisti quegli anglicani resistono anche loro due secoli. E allora capite cosa è successo. La Francia abolisce dieci giorni a fine '83 e per il giugno 1584 tutti si sono abituati. Ma quando in Francia è il 23 giugno del 1584 in Inghilterra è ancora il 13 giugno e immaginatevi se un bravo inglese, per quanto templare, e specie in quei tempi in cui le informazioni andavano ancora a rilento, ha tenuto conto della faccenda. Guidano a sinistra ancora oggi e ignorano il sistema metrico decimale... Quindi gli inglesi si presentano al Refuge il loro 23 giugno, che per i francesi è ormai il 3 luglio. Ora supponete che l'appuntamento non dovesse essere realizzato con le fanfare, fosse un incontro furtivo nell'angolo giusto e all'ora giusta. I francesi vanno sul luogo al 23 giugno, aspettano un giorno, due, tre, sette, e poi se ne vanno pensando che sia successo qualcosa. Magari rinunciano disperati proprio alla vigilia del 2 luglio. Gli inglesi arrivano il 3 luglio e non trovano nessuno. Magari aspettano anche loro otto giorni, e continuano a non trovare nessuno. A quel punto i due gran maestri si sono perduti."

"Sublime," disse Belbo. "È andata così. Ma perché si muovono i Rosa-Croce tedeschi, e non gli inglesi?"

 

Chiesi un altro giorno di tempo, rovistai nel mio schedario e tornai in ufficio sfavillante di orgoglio. Avevo trovato una traccia, apparentemente minima, ma così lavora Sam Spade, nulla è irrilevante per il suo sguardo grifagno. Verso il 1584 John Dee, mago e cabalista, astrologo della regina d'Inghilterra, viene incaricato di studiare la riforma del calendario giuliano!

"Gli inglesi hanno incontrato i portoghesi nel 1464. Dopo quella data sembra che le isole britanniche vengano investite da un fervore cabalistico. Si lavora su quel che si è appreso, preparandosi al prossimo incontro. John Dee è il capofila di questa rinascita magica ed ermetica. Costituisce una libreria personale di quattromila volumi che sembra organizzata dai Templari di Provins. La sua Monas Ierogliphica pare direttamente ispirata dalla Tabula smaragdina, bibbia degli alchimisti. E che cosa fa John Dee dal 1584 in avanti? Legge la Steganographia di Tritemio! E la legge in manoscritto, perché uscirà per la prima volta a stampa solo ai primi del Seicento. Gran maestro del nucleo inglese che ha subito lo scacco dell'appuntamento mancato, Dee vuole scoprire che cosa sia avvenuto, dove è stato l'errore. E siccome è anche un buon astronomo, si dà una pacca sulla fronte e dice che imbecille che sono stato. E si mette a studiare la riforma gregoriana, cavandone un appannaggio da Elisabetta, per vedere come riparare all'errore. Ma si rende conto che è troppo tardi. Non sa con chi prendere contatti in Francia, ma ha contatti con l'area mitteleuropea. La Praga di Rodolfo II è un laboratorio alchemico, e infatti è proprio in quegli anni che Dee va a Praga e si incontra con Khunrath, l'autore di quell'Amphitheatrum sapientiae aeternae le cui tavole allegoriche ispireranno sia Andreae che i manifesti rosacrociani. Quali rapporti stabilisce Dee? Non so. Distrutto dal rimorso di aver commesso un errore irreparabile, muore nel 1608. Nessuna paura, perché a Londra si muove un'altra figura che ormai per consenso delle genti è stato un Rosa-Croce e dei Rosa-Croce ha parlato nella Nuova Atlantide. Dico Francis Bacon."

"Davvero Bacone ne parla?" chiese Belbo.

"Non proprio, ma un certo John Heydon riscrive la Nuova Atlantide sotto il titolo di The Holy Land, e ci mette dentro i Rosa-Croce. Ma per noi va bene così. Bacone non ne parla apertamente per ovvie ragioni di riservatezza, ma è come se ne parlasse."

"E chi non ci sta, peste lo colga."

"Esatto. Ed è proprio per ispirazione di Bacone che si cerca di stringere ancor più i rapporti tra ambiente inglese e ambiente tedesco. Nel 1613 avvengono le nozze tra Elisabetta, figlia di Giacomo I che è ora sul trono, con Federico V, elettore palatino del Reno. Dopo la morte di Rodolfo II, Praga non è più il luogo adatto, e lo diventa Heidelberg. Le nozze dei due principi sono un trionfo di allegorie templari. Nel corso delle cerimonie londinesi la regia è curata dallo stesso Bacone, e viene rappresentata un'allegoria della cavalleria mistica con un'apparizione di Cavalieri sulla cima di un colle. E chiaro che Bacone, succeduto a Dee, è ormai gran maestro del nucleo templare inglese..."

"... e siccome è chiaramente l'autore dei drammi di Shakespeare, dovremmo rileggerci anche tutto Shakespeare, che certamente di altro non parlava che del Piano," disse Belbo. "Notte di San Giovanni, sogno di una notte di mezza estate."

"Il 23 giugno è prima estate."

"Licenza poetica. Mi domando come mai nessuno abbia posto mente a questi sintomi, a queste evidenze. Tutto mi pare di una chiarezza quasi insopportabile."

"Siamo stati sviati dal pensiero razionalista," disse Diotallevi, "io l'ho sempre detto."

"Lascia continuare Casaubon, che mi pare abbia fatto un eccellente lavoro."

"Poco da dire. Dopo le feste londinesi iniziano i festeggiamenti a Heídelberg, dove Salomon de Caus aveva costruito per l'elettore i giardini pensili di cui abbiamo visto una pallida rievocazione quella sera in Piemonte, ricorderete. E nel corso di queste feste appare un carro allegorico che celebra lo sposo come Giasone, e sui due alberi della nave rappresentata sul carro appaiono i simboli del Toson d'Oro e della Giarrettiera, spero non visiate dimenticati che Toson d'Oro e Giarrettiera appaiono anche sulle colonne di Tomar... Tutto coincide. Nel giro di un anno appaiono í manifesti rosacrociani, il segnale che i Templari inglesi, avvalendosi dell'aiuto di alcuni amici tedeschi, lanciano per tutta Europa, per ricostruire le fila del Piano interrotto."

"Ma dove vogliono arrivare?"
72

Nos inuisibles pretendus sont (à ce que l'on dit) au nombre de 36, separez en six bandes.

 

(Ef f royables pactions faictes entre le diable & les pretendus Inuisibles, Paris, 1623, p. 6)

 

"Forse tentano una doppia operazione, da un lato lanciare un segnale ai francesi e dall'altro riannodare le fila sparse del nucleo tedesco, che probabilmente è stato frammentato dalla Riforma luterana. Ma è proprio in Germania che succede il pasticcio più grosso. Dall'uscita dei manifesti al 1621 circa, gli autori dei manifesti ricevono troppe risposte..."

Citai alcuni degli innumerevoli libelli che erano apparsi in materia, quelli con cui m'ero divertito quella notte a Salvador con Amparo. "Probabilmente fra tutti costoro c'è chi sa qualcosa, ma si confonde in una pletora di esaltati, di entusiasti che prendono alla lettera i manifesti, di provocatori forse, che tentano di impedire l'operazione, di pasticcioni... Gli inglesi cercano di intervenire nel dibattito, di regolarlo, non è un caso se Robert Fludd, altro templare inglese, nel giro di un anno scrive tre opere per suggerire la giusta interpretazione dei manifesti... Ma la reazione è ormai incontrollabile, è iniziata la guerra dei trent'anni, l'elettore palatino è stato sconfitto dagli spagnoli, il Palatinato e Heidelberg sono terra di saccheggio, la Boemia è in fiamme... Gli inglesi decidono di ripiegare sulla Francia e di provare laggiù. Ed ecco perché nel 1623 i Rosa-Croce si fanno vivi coi loro manifesti a Parigi, e rivolgono ai francesi più o meno le stesse offerte che avevano rivolto ai tedeschi. E che cosa si legge in uno dei libelli scritti conto i Rosa-Croce a Parigi, da qualcuno che diffidava di essi o voleva confondere le acque? Che erano degli adoratori del diavolo, è ovvio, ma siccome anche nella calunnia non si riesce a cancellare la verità, si insinua che essi si riunissero nel Marais."

"E allora?"

"Ma non conoscete Parigi? Il Marais è il quartiere del Tempio e, guarda caso, il quartiere del ghetto ebreo! A parte íl fatto che questi libelli dicono che i Rosa-Croce sono in contatto con una setta di cabalisti iberici, gli Alumbrados! Forse i pamphlet contro i Rosa-Croce, con l'aria di attaccare i trentasei invisibili, cercano di favorire la loro identificazione... Gabriel Naudé, bibliotecario di Richelieu, scrive delle Instructions à la France sur la vérité de l'histoire des Frères de la Rose-Croix. Quali istruzioni? E un portavoce dei Templari del terzo nucleo, è un avventuriero che s'inserisce in un gioco non suo? Da un lato sembra che voglia anche lui far passare í Rosa-Croce per dei diabolisti da strapazzo, dall'altro lancia delle insinuazioni, dice che ci sono ancora in giro tre collegi rosacrociani, e sarebbe vero, dopo il terzo nucleo ve ne sono ancora tre. Dà delle indicazioni pressoché fiabesche (uno è in India nelle isole galleggianti) ma suggerisce che uno dei collegi sia nei sotterranei di Parigi."

"Lei crede che tutto questo spieghi la guerra dei trent'anni?" chiese Belbo.

"Senza alcun dubbio," dissi, "Richelieu ha informazioni privilegiate da Naudé, vuole aver le mani in pasta in questa storia, ma sbaglia tutto, interviene per via militare e confonde ancor più le acque. Però non trascurerei altri due fatti. Nel 1619 si riunisce íl capitolo dei Cavalieri di Cristo a Tomar, dopo quarantasei anni di silenzio. Si era riunito nel 1573, pochi anni prima del 1584, probabilmente per preparare il viaggio a Parigi insieme agli inglesi, e dopo l'affare dei manifesti rosacrociani si riunisce di nuovo, per decidere quale linea tenere, se associarsi all'operazione degli inglesi o tentare altre strade."

"Certo," disse Belbo, "ormai è gente smarrita in un labirinto, chi sceglie una strada, chi un'altra, qualcuno lancia delle voci, non si capisce se le risposte che si odono sono la voce di qualcun altro o un'eco della propria... Tutti procedono a tentoni. E che faranno nel frattempo pauliciani e gerosolimitani?"

"Saperlo," disse Diotallevi. "Ma non trascurerei che è in quest'epoca che si diffonde la Cabbala luriana e che si incomincia a parlare della Rottura dei Vasi... E in quell'epoca circola sempre più l'idea della Torah come messaggio incompleto. C'è uno scritto hasidíco polacco che dice: se invece si fosse verificato un altro evento sarebbero nate altre combinazioni di lettere. Però sia chiaro, ai cabalisti non piace che i tedeschi abbiano voluto anticipare i tempi. La giusta successione e l'ordine della Torah è rimasto nascosto, ed è conosciuto soltanto dal Santo, che Egli sia lodato. Ma non fatemi dire follie. Se anche la santa Cabbala viene coinvolta nel Piano..."

"Se c'è il Piano, deve coinvolgere tutto. O è globale o non spiega nulla," disse Belbo. "Ma Casaubon aveva accennato a un secondo indizio."

"Sì. Anzi, è una serie di indizi. Prima ancora che l'incontro del 1584 fallisca, John Dee aveva incominciato a occuparsi di studi cartografici e a promuovere spedizioni navali. E in congrega con chi? Con Pedro Nunez, cosmografo reale del Portogallo... Dee influenza i viaggi di scoperta per íl passaggio a nordovest verso il Catai, investe denaro nella spedizione di un tale Frobisher, che si spinge verso íl Polo e ne torna con un eschimese che tutti scambiano per un mongolo, sobilla Francis Drake e lo spinge a fare il suo viaggio intorno al mondo, vuole che si viaggi verso l'est perché l'est è il principio di ogni conoscenza occulta, e alla partenza di non so più quale spedizione evoca gli angeli."

"E questo che cosa vorrebbe dire?"

"Mi sembra che Dee non fosse proprio interessato alla scoperta dei luoghi, ma alla loro rappresentazione cartografica, e per questo aveva lavorato in contatto con Mercator e con Ortelius, grandi cartografi. E come se, dai brandelli di messaggio che aveva tra le mani, egli avesse capito che la ricostruzione finale doveva portare alla scoperta di una mappa, e cercasse per conto proprio. Anzi, sarei tentato di dire di più,come il signor Garamond. Possibile che a uno studioso del suo stampo fosse davvero sfuggita la discrepanza tra i calendari? E se l'avesse fatto apposta? Dee ha l'aria di voler ricostruire il messaggio da solo, scavalcando gli altri nuclei. Sospetto che con Dee si faccia strada l'idea che il messaggio possa essere ricostruito con mezzi magici o scientifici, ma senza attendere che íl Piano si compia. Sindrome d'impazienza. Sta nascendo il borghese conquistatore, si inquina il principio di solidarietà su cui si reggeva la cavalleria spirituale. Se questa era l'idea di Dee, non parliamo di Bacone. Da quel momento gli inglesi cercano di procedere alla scoperta del segreto mettendo a frutto tutti i segreti della nuova scienza."

"E i tedeschi?"

"I tedeschi sarà bene fargli seguire la via della tradizione. Così possiamo spiegare almeno due secoli di storia della filosofia, empirismo anglosassone contro idealismo romantico..."

"Stiamo gradatamente ricostruendo la storia del mondo," disse Diotallevi. "Stiamo riscrivendo íl Libro. Mi piace, mi piace."
73

 

Un altro caso curioso di crittografia fu presentato al pubblico nel 1917 da uno dei migliori storiografi di Bacone, il dottor Alfred Von Weber Ebenhoff di Vienna. Basandosi sugli stessi sistemi già provati sulle opere di Shakespeare, iniziò ad applicarli sulle opere di Cervantes... Proseguendo l'indagine scoprì una sconvolgente prova materiale: la prima traduzione inglese del Don Chisciotte fatta da Shelton porta correzioni a mano fatte da Bacone. Ne ha concluso che questa versione inglese sarebbe l'originale del romanzo e che Cervantes ne avrebbe pubblicato una versione spagnola.

 

(J. Duchaussoy, Bacon, Shakespeare ou Saint-Germain?, Paris, La Colombe, 1962, p. 122)

 

Che i giorni seguenti Jacopo Belbo si mettesse a leggere in modo vorace opere storiche intorno al periodo dei Rosa-Croce mi parve ovvio. Però quando ci raccontò le sue conclusioni, delle sue fantasie ci dette la nuda trama, dalla quale traemmo preziosi suggerimenti. So ora che invece stava scrivendo su Abulafia una storia ben più complessa in cui il frenetico gioco di citazioni si mescolava ai suoi miti personali. Messo di fronte alla possibilità di combinare frammenti di una storia altrui, stava ritrovando l'impulso a scrivere, in forma narrativa, la propria. A noi non lo disse mai. E mi rimane il dubbio se stesse sperimentando, con qualche coraggio, le sue possibilità di articolare una finzione o non stesse immedesimandosi, come un diabolico qualsiasi, nella Grande Storia che stava stravolgendo.

 

 

filename: Lo strano gabinetto del dottor Dee

 

A lungo mi dimentico di essere Talbot. Da quando ho deciso di farmi chiamare Kelley, almeno. In fondo avevo solo contraffatto dei documenti, lo fanno tutti. Gli uomini della regina sono spietati. Per coprire le mie povere orecchie mozzate sono costretto a portare questa papalina nera, e tutti hanno sussurrato che io fossi un mago. E sia. Il dottor Dee su questa fama prospera.


Дата добавления: 2015-12-01; просмотров: 35 | Нарушение авторских прав



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