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Poiché le centrali nucleari dispongono normalmente di una potenza più alta rispetto ad altri tipi di centrale elettrica (se ne possono naturalmente costruire anche di piccola "taglia" ma, per questioni di economia di scala, si predilige quasi sempre realizzare grossi impianti[46]), questo metodo di elettrogenerazione è quello che accentua maggiormente la concentrazione della produzione.
Secondo alcuni pensatori[ non chiaro ] l'attuale modello di produzione energetica centralizzata rende innanzitutto necessari grandi investimenti per la costruzione e manutenzione delle reti di distribuzione e in secondo luogo creerebbe un forte potere di controllo da parte di pochi produttori sulla sicurezza e continuità di approvvigionamento energetico delle utenze.
A fronte di ciò, tali pensatori[ non chiaro ] credono che l'unico modo per scongiurare questo pericolo sia quello di distribuire capillarmente la produzione (e la crescita del prezzo dei combustibili fossili sarebbe l'occasione propizia per adottare questo nuovo modello[47]) sparpagliando per tutto il territorio piccoli impianti di produzione vicini ai consumatori, cosa resa possibile grazie allo sviluppo delle conoscenze tecnologiche in merito alle fonti rinnovabili (e ai reattori nucleari di tipo pebble bed) che sono quelle che più si prestano a uno sviluppo in funzione dell'obiettivo di cui sopra.[ senza fonte ]
In realtà, ad un attento esame dei fatti, la situazione si rivelerebbe diametralmente opposta[ senza fonte ] visto che:
Lungi dall'essere dunque la panacea da alcuni[ non chiaro ] auspicata, la produzione distribuita finirebbe in sostanza solo per far aumentare il prezzo dell'energia, diminuire la qualità del servizio e accrescere l'inquinamento.[ senza fonte ]
Дата добавления: 2015-11-14; просмотров: 63 | Нарушение авторских прав
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