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50 CELEBRE ARIE ITALIANE
50 ЗНАМЕНИТЫХ ИТАЛЬЯНСКИХ АРИЙ
Перевод Елены Левченкоsembro@mail.ru
Il barbiere di Siviglia – L’elisir d’amore – Lucia di Lammermoor – Favorita – Don Pasquale – Norma –
I puritani – Macbeth - Rigoletto – Il trovatore – La traviata – Un ballo in maschera – Don Carlo –– Aida – Gioconda - Cavalleria rusticana – Pagliacci – Fedora - La boheme – Tosca – Turandot – Madama Batterfly – L’Arlesiana
IL BARBIERE DI SIVIGLIA Musica: Gioachino Rossini Libretto: Cesare Sterbini
1.“Figaro qua, Figaro là...” Cavatina di Figaro La ran la le ra, la ran la la.Largo al factotum della città!La ran la la, ecc. Presto a bottegache l’alba è già.La ran la la, ecc. Ah, che bel vivere,che bel piacereper un barbieredi qualità.Ah, bravo Figaro,bravo, bravissimo, bravo!La ran la la, ecc. Fortunatissimoper verità. Bravo!La ran la la, ecc. Pronto a far tutto,la notte, il giorno,sempre d’intorno in giro sta.Miglior cuccagnaper un barbiere,vita più nobile,no, non si dà.La la ran la la ran la, ecc. Rasori e pettini,lancette i forbici,al mio comando tutto qui sta.V’è la risorsa poi del mestiere,colla donnetta,col cavaliere...La la ran la... la... la...Ah, che bel vivere,che bel piacereper un barbieredi qualità.Tutti mi chiedono,tutti mi vogliono,donne, ragazzi,vecchi, fanciulle.Qua la parucca,presto la barba,qua la sanguigna,presto il biglietto.Tutti mi chiedono,tutti mi vogliono. Qua la parucca,presto la barba,presto il biglietto.Ehi, Figaro, Figaro, Figaro, ecc. Ahimè! Che furia!Ahimè! che folla!Uno alla volta,per carità.Ehi, Figaro; son qua!Ehi, Figaro; son qua!Figaro qua, Figaro là,Figaro su, Figaro giù.Pronto, prontissimoson come il fulmine,sono il factotum della città.Ah, bravo Figaro,bravo, bravissimo,a te la fortuna non mancherà.La la ran la, ecc. Sono il factotum della città. 2.“Una voce...” Aria di Rosina Una voce poco faqui nel cor mi risuonò.Il mio cor ferito è giàE Lindoro fu che il piagò.Sì, Lindoro mio sarà,lo giurai, la vincerò.Il tutor ricuserà,io l’ingegno aguzzerò,alla fin s’accheterà,e contenta io resterò.Sì, Lindoro, ecc. Io sono docile,son rispettosa,sono obbediente,dolce, amorosa,mi lascio reggere,mi fo guidar.Ma se mi toccanodov’è il mio debole,sarò una vipera, sarò,e cento trappoleprima di cedere farò giocar.Io sono docile, ecc. 3.“La calunnia” Aria di BasilioLa calunnia è un venticello, un'auretta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente incomincia a sussurrar. Piano piano, terra terra, sottovoce, sibilando, va scorrendo, va ronzando; nelle orecchie della gente s'introduce destramente e le teste ed i cervelli fa stordire e fa gonfiar. Dalla bocca fuori uscendo lo schiamazzo va crescendo prende forza a poco a poco, vola già di loco in loco; sembra il tuono, la tempesta che nel sen della foresta va fischiando, brontolando e ti fa d'orror gelar. Alla fin trabocca e scoppia, si propaga, si raddoppia e produce un'esplosione come un colpo di cannone, un tremuoto, un temporale, un tumulto generale, che fa l'aria rimbombar. E il meschino calunniato, avvilito, calpestato, sotto il pubblico flagello per gran sorte ha crepar. L’ELISIR D’AMORE Musica: Gaetano Donizetti Libretto: Felice Romani
4.“Quanto è bella...” Aria di Nemorino Quanto è bella, quanto è cara! 5.“Una furtiva lagrima...” Aria di Nemorino Una furtiva lagrima LUCIA DI LAMMERMOOR Musica: Gaetano Donizetti Libretto: Salvatore Cammarano
6.“Regnava nel silenzio...” Aria di Lucia
LUCIA Regnava nel silenzio alta la notte e bruna... colpìa la fonte un pallido raggio del tetra luna... quando un sommesso gemito fra l’aure udir si fè ed ecco su quel margin l’ombra mostrarsi a me...Ah! Qual di chi parla, muoversi il labbro suo vedea e con la mano esanime chiamarmi a sè, parea; stette un momento immobile, poi ratta dileguò... e l’onda pria sì limpida di sangue rosseggiò. Sì, pria, ecc.
ALISA Chiari, oh Dio! Ben chiari e tristi nel tuo dir presagi intendo! Ah, Lucia, Lucia desisti da un amor così tremendo.
LUCIA Egli è luce ai giorni miei, è conforto al mio penar. Quando rapito in estasi del più cocente ardore, col favellar del core, mi giura eterna fè, ecc. gli affanni miei dimentico, gioia diviene il pianto, parmi che a lui d’accanto si schiuda il ciel per me, ecc.
7.“Chi mi frena in tal momento...” Sestetto
EDGARDO Chi mi frena in tal momento, chi troncò dell’ira il corso? Il suo duolo, il suo spavento son la prova d’un rimorso! Ma, qual rosa inaridita, ella sta fra morte e vita! Io son vinto, son commosso, t’amo, t’amo, ingrata, t’amo ancor!
ENRICO Chi raffrena il mio furore, e la man che al brando corse? Della misera in favore nel mio petto un grido sorse! È mio sangue! L’ho tradito! Ella sta fra morte e vita! Ah! che spegnere non posso i rimorsi del mio cor!
LUCIA Io sperai che a me la vita tronca avesse il mio spavento, ma la morte non m’aita – vivo ancor per mio tormento! Da’miei lumi cadde il velo, mi tradì la terra e il cielo! Vorrei piangere e non posso, m’abbandona il pianto ancor.
RAIMONDO Qual terribile momento! Più formar non so parole! Densa nube di spavento par che copra i rai del sole! Come rosa inaridita, ella sta tra morte e vita, chi per lei non è commosso, ha di tigre in petto il cor.
ENRICO È mio sangue. L’ho tradito, ecc.
EDGARDO Chi mi frena in tal momento? ecc.
ALISA, CORO Come rosa inaridita, ecc.
ARTURO Qual terribile momento, ecc.
ENRICO Ah, è mio sangue, ecc.
LUCIA Vorrei piangere...e non posso, ecc.
RAIMONDO Chi per lei non è commosso, ecc.
EDGARDO Ah, son vinto, son comosso, ecc.
8.“Fra poco a me ricovero...” Il recitativo e l’aria di Edgardo
Tombe degli avi miei, l’ultimo avanzo d’una stirpe infelice, deh, raccogliete voi. Cessò dell’ira il breve foco... sul nemico acciaro abbandonar mi vo’. Per me la vita è orrendo peso! L’universo intero è un deserto per me senza Lucia! Di faci tuttavia splende il castello... Ah, scarsa fu la notte al tripudio! Ingrata donna! Mentr’io mi struggo in disperato pianto, tu ridi, esulti accanto al felice consorte! Tu delle gioie in seno, io della morte!
Fra poco a me ricovero darà negletto avello. Una pietosa lagrima non scenderà su quello!.. Ah! Fin degli estinti, ahi misero, manca il confoerto a me. Tu pur, tu pur dimentica quel marmo dispregiato! Mai non passarvi, o barbara, del tuo consorte a lato. Ah! rispetta almen le ceneri di chi moria per te, rispetta, ecc. Mai non passarvi, tu lo dimentica, rispetta almeno chi muore per te, ecc. Oh, barbara!
9.“Tu che a Dio spiegasti l’ali...” Aria di Edgardo
EDGARDO Tu che a Dio spiegasti l’ali, o bell’alma innamorata, ti rivolgi a me placata, teco ascenda il tuo fedel. Ah, se l’ira dei mortali fece a noi sì cruda guerra, se divisi fummo in terra, ne congiunga il Nume in ciel, o bell’alma innamorata, ne congiunga il Nume in ciel, ecc. (Trae rapidamente un pugnale.) Io ti seguo...
RAIMONDO Forsennato! Forsennato!
RAIMONDO e CORO Ah, che fai?
EDGARDO Morir voglio! Morir voglio!
RAIMONDO e CORO Ritorna in te, ritorna.
EDGARDO No, no, no! (Si ferisce.)
RAIMONDO e CORO Ah!
RAIMONDO Che facesti?
EDGARDO A te vengo...oh bell’alma...
RAIMONDO Sciagurato!
EDGARDO ...ti rivolgi, ah, il tuo fedel…
RAIMONDO Pensa al ciel.
EDGARDO Ah, se l’ira dei mortali...
CORO Quale orror! Quale orror!
EDGARDO ... sì cruda guerra. O bell’alma, ne congiunga il Nume in Ciel! O bell’alma innamorata, ecc. Ne congiunga il Nume in Ciel!
RAIMONDO Oh Dio, perdona... Pensa al ciel... Dio, perdona tanto orror.
CORO Oh tremendo, oh nero fato! Dio, perdona tanto orror. (Tutti si inginocchiano. Edgardo spira.) FAVORITA Musica: Gaetano DonizettiLbretto: Alphonso Royer e Gustavo Vaëz.Tradotto da francese in itialiano da F. Jannetti10.“Una vergine, un angiol di Dio...” Aria di Fernando
Una vergine, un angiol di Dio presso all'ara pregava con me,
Ah, mio padre! Rapíami la bella, Allo sguardo mi è innante ognor.
Da quel giorno che insiem le soavi
De' miei mali nell'atra procella
11.“Favorita del re...” Aria di Fernando Favorita del re! Favorita del re! Qual negro abisso,
Spirito gentil ne' sogni miei ma ti perdei: mentita speme, fuggite insieme. e in tanto amore, macchiasti il core. DON PASQUALE Musica: Gaetano DonizettiLibretto: Giovanni Ruffini 12.“Cercherò lontana terra...” Aria di Ernesto Povero Ernesto! Dallo zio cacciato,da tutti abbandonato,mi restava un amico e un coperto nemico discopro in lui,che a’danni miei congiura.Perder Norina, oh Dio! Ben feci a leid’esprimere in un foglio i sensi miei.Ore in altra contrada i giorni grami a trascinar mi vada. Cercherò lontana terradove gemer sconosciuto,là vivrò col cuore in guqrradeplorando il ben perduto, ecc. Ma né sorte a me nemica,né frapposti monti e mar,ti potranno, dolce amica,dal mio core cancellar,non ti potranno dal mio core cancellar, ecc. E se fa che ad altro oggettotu rivolga un giorno il core,se mai fia che un altro affettospegna in te antico ardore,non temer che un infelicete spergiura accusi il ciel;se tu sei, ben mio, felice,sarà pago il tuo fedel, ecc. 13.“Aspetta, aspetta...” Il duetto di Don Pasquale e di Dottor Malatesta
PASQUALE Aspetta, aspetta, cara sposina, la mia vendetta già s’avvicina: già già ti preme, già t’ha raggiunto, tutto in un punto l’hai da scontar. Vedrai se giovino raggiri e cabale, sorrisi teneri, sospiri e lagrime. Vedrai se giovino, ecc. Or voglio prendere la mia rivincita; sei nella trappola, v’hai da restar, sì, ecc.
MALATESTA Il poverino sogna vendetta, non sa il meschino quel che l’aspetta; invano freme, invan s’arrabia, è chiuso in gabbia, non può scappar. Invano accumula progetti e calcoli, non sa che fabrica castelli in aria: non vede, il semplice, che nella trappola da sé medesima, sì, si va a gettar, ecc.
14.“Com’ è gentil – la notte a mezzo april...” Serenata di Ernesto Com’è gentil – la notte a mezzo april!È azzurro il ciel – la luna è senza vel. Tutt’ è languor, - pace, mistero, amor!Ben mio, perché ancor non vieni a me? Formano l’aured’amore accenti!Del rio nel murmuresospiri senti... Ben mio, perché ancor, ecc. Poi quando sarò morto piangerai,ma richiamarmi in vita non potrai. Com’è gentil, ecc. Il tuo fedele si strugge di desir,Nina crudele, mi vuoi veder morir?NORMA Musica: Vincenzo Bellini Libretto: Felice Romani
15.“Casta Diva” Aria di Norma
Casta Diva che inargenti CORO NORMA CORO Diva, spargi in terra tu fai nel ciel. I PURITANI Musica: Vincenzo Bellini Libretto: Carlo Pepoli
16.“A te, o cara...” Scena di atto primo
ARTURO A te, o cara, amor talora mi guidò furtivo e in pianto, or mi guida a te d’accanto tra la gioia e l’esultar.
GIORGIO e VALTON Senza occaso questa aurora mai null’ombra o duol vi dia: santa in voi la fiamma sia, pace ognor v’allieti in cor... Ciel, benedici a tanto amor.
ELVIRA Oh... Contento! Ah! mio Arturo! Or son tua!
ARTURO Ah!.. mio bene! Ah! Elvira mia! Sì, mia tu sei!
ELVIRA e ARTURO Cielo, arridi a’voti miei benedici a tanto amor.
CORO Cielo, arridi a’voti miei benedici a tanto amor.
ARTURO Al brillar di sì bell’ora, se rammento il mio tormento, si raddoppia il mio contento, m’è più caro il palpitar.
17.“Vieni...” Scena di atto terzo
ARTURO
ELVIRA Caro, caro, non ho parola
MACBETH Musica: Giuseppe Verdi Libretto: Francesco Piave
18.“O figli, o figli miei...” Aria di Macduff
O figli, o figli miei! da quel tiranno tutti uccisi voi foste, e insieme con voi la madre sventurata!... Ah, fra gli artigli di quel tigre io lasciai la madre e i figli? Ah, la paterna mano non vi fu scudo, o cari, dai perfidi sicari che a morte vi ferir! E me fuggiasco, occulto, voi chiamavate invano, coll'ultimo singulto, coll'ultimo respir. Trammi al tiranno in faccia, Signore! e s'ei mi sfugge, possa a colui le braccia del tuo perdono aprir.
RIGOLETTO Musica: Giuzeppe Verdi Libretto: Francesco Piave
19.“Questa o quella...” Arioso di Duca
Questa o quella per me pari sono a quant'altre d'intorno, d'intorno mi vedo; del mio core l'impero non cedo meglio ad una che ad altra beltà. La costoro avvenenza è qual dono di che il fato ne infiora la vita; s'oggi questa mi torna gradita, forse un'altra, forse un'altra doman lo sarà, La costanza, tiranna del core, detestiamo qual morbo crudele; sol chi vuole si serbe fidele; non v'ha amor, se non v'è libertà. De' mariti il geloso furore, degli amanti le smanie derido; anco d'Argo i cent'occhi disfido se mi punge, se mi punge una qualche beltà,
20.“O uomini!... o natura!...” Monologo di Rigoletto
Quel vecchio maledivami!... O uomini!... o natura!... Vil scellerato mi faceste voi...! Oh rabbia!... esser difforme!... esser buffone!... Non dover, non poter altro che ridere!... Il retaggio d'ogni uom m'è tolto... il pianto!... Questo padrone mio, Giovin, giocondo, sì possente, bello, Sonnecchiando mi dice: Fa ch'io rida, buffone... Forzarmi deggio, e farlo!... Oh, dannazione!... Odio a voi, cortigiani schernitori!... Quanta in mordervi ho gioia!.. Se iniquo son, per cagion vostra è solo... Ma in altr'uom qui mi cangio!... Quel vecchio malediami!... tal pensiero Perché conturba ognor la mente mia!.,. Mi coglierà sventura?... Ah no, è follia.
21.“Ella mi fu rapita...” Aria di Duca
Ella mi fu rapita! E quando, o ciel... ne'brevi istanti, prima che il mio presagio interno sull'orma corsa ancora mi spingesse! Schiuso era l'uscio!... e la magion deserta! E dove ora sarà quell'angiol caro?... colei che prima potè in questo core destar la fiamma di costanti affetti?... colei sì pura, al cui modesto sguardo quasi spinto a virtù talor mi credo!... Ella mi fu rapita! E chi l'ardiva?... Ma ne avrò vendetta lo chiede il pianto della mia diletta. Parmi veder le lagrime scorrenti da quel ciglio, quando fra il dubbio e l'ansia del subito periglio, dell'amor nostro memore, il suo Gualtier chiamò. Ned ei potea soccorrerti, cara fanciulla amata, ei che vorria coll'anima farti quaggiù beata; ei che le sfere agli angeli, per te non invidiò.
22.“Cortigiani, vil razza dannata...” Aria di Rigoletto
Cortigiani, vil razza dannata, per qual prezzo vendeste il mio bene? A voi nulla per l'oro sconviene!.. ma mia figlia è impagabil tesor. La rendete... o se pur disarmata, questa man per voi fora cruenta; nulla in terra più l'uomo paventa, se dei figli difende l'onor. Quella porta, assassini, assassini, m'aprite, la porta, la porta, assassini, m'aprite.
Ah! voi tutti a me contro venite!.. tutti contro me!.. Ah!.. Ebben, piango... Marullo, signore, tu ch'hai l'alma gentil come il core, dimmi tu dove l'hanno nascosta?.. È là? non è vero?... tu taci!.. ohimè! Miei signori.. perdono, pietate... al vegliardo la figlia ridate... ridonarla a voi nulla ora costa, tutto al mondo è tal figlia per me.
23.“La donna è mobile...” Canzonetta di Duca
La donna è mobile qual piuma al vento, muta d'accento e di pensiero. Sempre un amabile leggiadro viso, in pianto o in riso, è menzognero.
È sempre misero chi a lei s'affida, chi le confida mal cauto il core! Pur mai non sentesi felice appieno chi su quel seno non liba amore
Il TROVATORE Musica: Giuseppe Verdi Libretto: Salvatore Cammarano
24.“Di due figli vivea padre beato...” Narrazione di Ferrando
FERRANDO: Di due figli vivea padre beato il buon Conte di Luna: fida nutrice del secondo nato dormia presso la cuna. Sul romper dell'aurora un bel mattino ella dischiude i rai; e chi trova d'accanto a quel bambino?
CORO: Chi?... Favella... Chi? Chi mai?
FERRANDO: Abbietta zingara, fosca vegliarda! Cingeva i simboli di una maliarda! E sul fanciullo, con viso arcigno, l'occhio affiggeva torvo, sanguigno!... D'orror compresa è la nutrice... acuto un grido all'aura scioglie; ed ecco, in meno che il labbro il dice, i servi accorrono in quelle soglie; e fra minacce, urli e percosse la rea discacciano ch'entrarvi osò.
CORO: Giusto quei petti sdegno commosse; l'insana vecchia lo provocò.
FERRANDO: Asserì che tirar del fanciullino l'oroscopo volea... Bugiarda! Lenta febbre del meschino la salute struggea! Coverto di pallor, languido, affranto ei tremava la sera. Il dì traeva in lamentevol pianto... Ammaliato egli era!
La fatucchiera perseguitata fu presa, e al rogo fu condannata; ma rimaneva la maledetta figlia, ministra di ria vendetta!... Compì quest'empia nefando eccesso!... Sparve il fanciullo e si rinvenne mal spenta brace nel sito istesso ov'arsa un giorno la strega venne!... E d'un bambino... ahimè!... l'ossame bruciato a mezzo, fumante ancor!
CORO: Ah scellerata!... oh donna infame! Del par m'investe odio ed orror!
E il padre?
FERRANDO: Brevi e tristi giorni visse: pure ignoto del cor presentimento gli diceva che spento non era il figlio; ed, a morir vicino, bramò che il signor nostro a lui giurasse di non cessar le indagini... Ah! fur vane!...
CORO E di colei non s'ebbe contezza mai?
FERRANDO: Nulla contezza... Oh, dato mi fosse rintracciarla un dì!...
CORO Ma ravvisarla potresti?
FERRANDO: Calcolando gli anni trascorsi... lo potrei.
CORO Sarebbe tempo presso la madre all'inferno spedirla.
FERRANDO: All'inferno? È credenza che dimori ancor nel mondo l'anima perduta dell'empia strega, e quando il cielo è nero in varie forme altrui si mostri.
Coro: E vero! Su l'orlo dei tetti alcun l'ha veduta! In upupa o strige talora si muta! In corvo tal'altra; più spesso in civetta! Sull'alba fuggente al par di saetta.
FERRANDO: Morì di paura un servo del conte, che avea della zingara percossa la fronte! Apparve a costui d'un gufo in sembianza nell'alta quiete di tacita stanza!... Con l'occhio lucente guardava... guardava, il cielo attristando d'un urlo feral! Allor mezzanotte appunto suonava... (Una campana suona improvvisamente a distesa mezzanotte)
25.«Tacea la notte placida...” Aria e cavatina di Leonora
LEONORA: Tacea la notte placida e bella in ciel sereno la luna il viso argenteo mostrava lieto e pieno... Quando suonar per l'aere, infino allor sì muto, dolci s'udiro e flebili gli accordi d'un liuto, e versi melanconici un trovator cantò. Versi di prece ed umile qual d'uom che prega Iddio in quella ripeteasi un nome... il nome mio!... Corsi al veron sollecita... Egli era! egli era desso!... Gioia provai che agli angeli solo è provar concesso!... Al core, al guardo estatico la terra un ciel sembrò.
INES: Quanto narrasti di turbamento m'ha piena l'alma!... Io temo...
LEONORA: Invano!
INES: Dubbio, ma triste presentimento in me risveglia quest'uomo arcano! Tenta obliarlo...
LEONORA: Che dici!... oh basti!...
INES: Cedi al consiglio dell'amistà... Cedi...
LEONORA: Obliarlo! Ah, tu parlasti detto, che intendere l'alma non sa. Di tale amor che dirsi mal può dalla parola, d'amor che intendo io sola, il cor s'inebriò! Il mio destino compiersi non può che a lui dappresso... S'io non vivrò per esso, per esso io morirò!
26.“Stride la vampa!..” Aria di Azucena
AZUCENA: Stride la vampa! - la folla indomita corre a quel fuoco - lieta in sembianz. Urli di gioia intorno echeggiano: cinta di sgherri donna s'avanza! Sinistra splende sui volti orribili la tetra fiamma che s'alza al ciel!
Stride la vampa! giunge la vittima nero vestita, discinta e scalza! Grido feroce di morte levasi; l'eco il ripete di balza in balza! Sinistra splende sui volti orribili la tetra fiamma che s'alza al ciel!
27.“Condotta ell'era in ceppi...” Aria di Asucena
Condotta ell'era in ceppi al suo destin tremendo! Col figlio sulle braccia, io la seguìa piangendo. Infino ad essa un varco tentai, ma invano, aprirmi Invan tentò la misera fermarsi e benedirmi! Ché, fra bestemmie oscene, pungendola coi ferri, Al rogo la cacciavano gli scellerati sgherri! Allor, con tronco accento, Mi vendica! esclamò. Quel detto un'eco eterno in questo cor lasciò.
MANRICO: La vendicasti?
AZUCENA: Il figlio giunsi a rapir del Conte: lo trascinai qui meco... Le fiamme ardean già pronte.
Manrico: (con raccapriccio) Le fiamme!... oh ciel!... tu forse?...
AZUCENA: Ei distruggeasi in pianto... Io mi sentiva il core dilaniato, infranto!... Quand'ecco agli egri spirti, come in un sogno, apparve la vision ferale di spaventose larve! Gli sgherri ed il supplizio!... La madre smorta in volto, scalza, discinta!... Il grido, il grido, il grido ascolto: Mi vendica!... La mano convulsa tendo... stringo la vittima, nel foco la traggo, la sospingo... Cessa il fatal delirio, l'orrida scena fugge... La fiamma sol divampa, e la sua preda strugge! Pur volgo intorno il guardo e innanzi a me vegg'io dell'empio Conte il figlio...
MANRICO: Ah! che dice?
AZUCENA: Il figlio mio, il figlio mio avea bruciato!
MANRICO: Che dici! quale orror!
AZUCENA: Sul capo mio le chiome sento rizzarsi ancor!
28.«Ah sì, ben mio, coll’essere...» Aria di Manrico
Ah sì, ben mio, coll’essere io tuo, tu mia consorte, avrò più l’alma intrepida, il braccio avrò più forte. Ma pur, se nella pagina dei miei destini è scritto ch’io resti fra le vittime, dal ferro ostil trafitto, fra quegli estremi aneliti a te il pensier verrà, e solo in ciel precederti la morte a me parrà, ecc.
29.“Di quella pira...” Cavatina di Manrico
Di quella pira, l’orrendo foco tutte le fibre m’arse, avvampò! Empi, spegnatela, o ch’io fra poco col sangue vostro la spegnerò! Era già figlio prima d’amarti, non può frenarmi il tuo martir... Madre infelice, corro a salvarti, o teco almeno corro a morir! All'armi, all'armi! eccone presti a pugnar teco, teco a morir. All’armi! All’armi! All’armi!
LA TRAVIATA Musica: Giuseppe Verdi Libretto: Francesco Piave 30. Brindisi
ALFREDO Libiamo, libiamo ne' lieti calici, che la bellezza infiora; e la fuggevol, fuggevol ora s'inebrii a voluttà. Libiam ne' dolci fremiti che suscita l'amore, poiché quell'occhio al core onnipotente va. Libiamo, amore, amor fra i calici più caldi baci avrà.
TUTTI Ah! Libiam, amor fra i calici più caldi baci avrà.
VIOLETTA Tra voi, tra voi saprò dividere il tempo mio giocondo; tutto è follia nel mondo ciò che non è piacer. Godiam, fugace e rapido è il gaudio dell'amore; è un fior che nasce e muore, né più si può goder. Godiam c'invita, c’invita un fervido accento lusinghier.
TUTTI Godiamo... la tazza, la tazza e il cantico la notte abbella e il riso; in questo, in questo paradiso ne scopra il nuovo dì.
VIOLETTA (ad Alfredo) La vita è nel tripudio.
ALFREDO (a Violetta) Quando non s'ami ancora.
VIOLETTA (ad Alfredo) Nol dite a chi l'ignora.
ALFREDO (a Violetta) È il mio destin così.
TUTTI Godiamo... la tazza e il cantico la notte abbella e il riso; in questo paradiso ne scopra il nuovo dì.
31.“È strano! è strano...” Aria e cabaletta di Violetta
È strano! è strano! in core scolpiti ho quegli accenti! Sarìa per me sventura un serio amore?.. Che risolvi, oh turbata anima mia? Null'uomo ancora t'accendeva... O, gioia ch'io non conobbi essere amata amando!.. E sdegnarla poss'io per l'aride follie del viver mio? Ah, fors'è lui che l'anima soligna ne’tumulti godea sovente pingere de’suoi colori occulti... Lui che modesto e vigile all'egre soglie ascese, e nuova febbre accese, destandomi all'amor! A quell'amor, quell’aqmor ch'è palpito dell'universo, dell’universo intero, misterioso, misterioso, altero, croce, croce e delizia, delizia al cor. A me, fanciulla, un candido e trepido desire, quest’effigiò dolcissimo signor dell'avvenire, quando ne' cieli il raggio di sua beltà vedea, e tutta me pascea di quel divino error. Sentìa che amore, che amore è palpito dell'universo, dell’universo intero, misterioso, misterioso altero, croce, croce e delizia, delizia al cor! Follie! follie! Delirio vano è questo! Povera donna, sola abbandonata in questo popoloso deserto che appellano Parigi, che spero or più?.. che far degg'io?.. Gioire! di voluttà ne’ vortici, di voluttà perir!... Gioir!... gioir!...
Sempre libera degg'io folleggiar di gioia in gioia, vo' che scorra il viver mio pei sentieri del piacer. Nasca il giorno, o il giorno muoia, sempre lieta ne' ritrovi, a diletti sempre nuovi dee volare il mio pensier.
32.“Lunge da lei...” Romanza di Alfredo
Lunge da lei per me non v'ha diletto! Volaron già tre lune Dacché la mia Violetta Agi per me lasciò, dovizie, onori, E le pompose feste Ove, agli omaggi avvezza, Vedea schiavo ciascun di sua bellezza Ed or contenta in questi ameni luoghi Tutto scorda per me. Qui presso a lei Io rinascer mi sento, E dal soffio d'amor rigenerato Scordo ne' gaudii suoi tutto il passato. De' miei bollenti spiriti Il giovanile ardore Ella temprò col placido Sorriso dell'amore! Dal dì che disse: vivere Io voglio a te fedel, Dell'universo immemore Io vivo quasi in ciel.
33.“O mio rimorso! O infamia!..” Cabaletta di Alfredo
O mio rimorso! O infamia! e vissi in tale errore? Ma il turpe sogno a frangere il ver mi balenò. Per poco in seno acquétati, o grido, grido dell'onore; M'avrai securo vindice; quest'onta laverò.
34.“Di Provenza il mar, il suol...” Aria di Germont
Di Provenza il mar, il suol – chi dal cor ti cancellò? Al natio fulgente sol – qual destino ti furò? Oh, rammenta pur nel duol – ch'ivi gioia a te brillò; e che pace colà sol – su te splendere ancor può. Dio mi guidò! Ah! il tuo vecchio genitor – tu non sai quanto soffrì. Te lontano, di squallor il suo tetto si coprì Ma se alfin ti trovo ancor, - se in me speme non fallì, se la voce dell'onor – in te appien non ammutì, Dio m'esaudì!
UN BALLO IN MASCHERA Musica: Giuseppe Verdi Libretto: Antonio Somma
35.“Di' tu se fedele...” Barcarola
RICCARDO Di' tu se fedele il flutto m'aspetta, se molle di pianto la donna diletta dicendomi addio tradì l'amor mio. Con lacere vele e l'alma in tempesta, i solchi so franger dell'onda funesta, l'averno ed il cielo irati sfidar. Sollecita esplora, divina gli eventi: non possono i fulmin, la rabbia de' venti, la morte, l'amore sviarmi dal mar.
CORO Non possono i fulmin, la rabbia de' venti, la morte, l'amore sviarlo dal mar.
RICCARDO Sull'agile prora che m'agita in grembo, se scosso mi sveglio ai fischi del nembo, ripeto fra' tuoni le dolci canzoni, le dolci canzoni del tetto natio, che i baci ricordan dell'ultimo addio. E tutte raccendon le forze tua profezia, di ciò che può sorger dal fato qual sia; nell'anime nostre non entra terror.
CORO Nell'anime nostre non entra terro.
DON CARLO Musica: Giuseppe Verdi Libretto: Antonio Ghislanzoni
36.“Ella giammai m'amò!...” Monologo di Filippo
Ella giammai m'amò!... No, quel core chiuso è a me, amor per me non ha!... Io la rivedo ancor contemplar trista in volto il mio crin bianco il dì che qui di Francia venne. No, amor per me non ha!...
Ove son?... Quei doppier... presso a finir!... L'aurora imbianca il mio veron! Già spunta il dì. Passar veggo i miei giorni lenti! Il sonno, oh Dio! sparì dagli occhi languenti! Dormirò sol nel manto mio regal quando la mia giornata è giunta a sera, dormirò sol sotto la volta nera là, nell'avello dell'Escurïal. Ah! se il serto real a me desse il poter di leggere nei cor, che Dio sol può veder!... Se dorme il prence, veglia il traditore. Il serto perde il Re, il consorte l'onor. Dormirò sol nel manto mio regal, quando la mia giornata è giunta a sera, dormirò sol sotto la vôlta nera là, nell'avello dell'Escurïal.
Ella giammai m'amò!... No, quel core chiuso è a me, amor per me non ha!...
AIDA Musica: Giuseppe Verdi Libretto: Antonio Ghislanzoni
37.“Celeste Aida” Aria di Radames
Celeste Aida, forma divina, mistico serto di luce e fior, del mio pensiero tu sei regina, tu di mia vita sei lo splendor. Il tuo bel cielo vorrei ridarti le dolci brezze del patrio suol; un regal serto sul crin posarti, ergerti un trono vicino al sol, ah!
GIOCONDA Musica: Amilcare Ponchielli Libretto: Arrigo Boito
38.“Suicidio!...” Aria di Gioconda
Suicidio!... In questi fieri momenti tu sol mi resti, e il cor mi tenti. Ultima voce del mio destino, ultima croce del mio cammin. E un dì leggiadre volavan l'ore, perdei la madre, perdei l'amore, vinsi l'infausta gelosa febbre! or piombo esausta fra le tenebre! Tocco alla meta, domando al cielo di dormir queta dentro l'avel...
CAVALLERIA RUSTICANA Musica: Pietro Mascagni Libretto: Giovanni Targoni-Tozzetti e Guido Menasci
39-“Siciliana” Serenata di Turiddu
O Lola ch’hai di latti la cammisa Sì bianca e russa comu la cirasa, Quannu t’affacci fai la vucca a risa, Biatu cui ti dà lu primmu vasu! Ntra la puorta tua lu suangu è sparsu, Ma nun me mpuorta si ce muoru accisu... E se iddu muoru e vaju’n paradisu Si nun ce truovo a ttia, mancu ce trasu.
40.“Intanto amici, qua...” Brindisi
TURIDDU Intanto amici, qua, Beviamone un bicchiere.
Viva il vino spumeggiante Nel bicchiere scintillante Come il riso dell’amante Mite infonde il giubilo! Viva il vino ch’è sincero, Che ci allieta ogni pensiero, E che affoga l’umor nero Nell’ebbrezza tenera.
CORO Viva!
TURIDDU (a Lola) Ai vostri amori!
LOLA (a Turiddu) Alla fortuna vostra!
TURIDDU Beviam!
41.“Mamma, quei vino è generoso...” Aria di Turiddu
TURIDDU Mamma, quei vino è generoso, e certo Oggi troppi bicchier ne ho tracannati... Vado fuori all’aperto... Ma prima voglio che mi benedite Come quel giorno che partii coldato; E poi, mamma, sentite, s’io non tornassi voi dovrete fare Da madre a Santa, ch’io le avea giurato Di condurla all’altere
MAMMA LUCIA Perché parli così, figliuolo mio?
TURIDDU Oh! Nulla! È il vino che m’ha suggerito! Per me pregate Iddio! Un bacio, mamma, un altro bacio, addio; S’io non tornassi fate da madre a Santa; Un bacio, mamma, addio!
PAGLIACCIMusica: Ruggero LeoncavalloLibretto: Ruggero Leoncavallo 42. Prologo Aria di Tonio Si può? Si può?Signore! Signori! Scusatemi se da sol mi presento. Io sono il Prologo.Poiché in scena ancorle antiche maschere mette l'autore,in parte ei vuol riprenderele vecchie usanza, e a voi di nuovo inviami.Ma non per dirvi, come pria:"Le lacrime che noi versiam son false!Degli spasimi e dei nostri martirnon allarmatevi!" No, no.L'autore ha cercato invece pingervi uno squarcio di vita.Egli ha per massima sol che l'artistaé un uom, e che per gli uominiscrivere ei deve. Ed al vero ispiravasi.Un nido di memoria in fondo a l'animacantava un giorno, ed ei con vere lacrime scrisse, e i singhiozzi il tempo gli battevano! Dunque, vedrete amar si come s'amano gli esseri umani, vedrete de l'odio i tristi frutti. Del dolor gli spasimi,urli di rabbia, udrete, e risa ciniche! E voi, piuttosto che le nostre povere gabbane d'istrioni, le nostr'anime considerate, poiché siam uomini di carne e d'ossa, e che di quest'orfano mondo al pari di voi spiriamo l'aere! Il concetto vi dissi, or ascoltate com'egli è svolto.Andiam, incominciate! 43.“Vesti la giubba e la faccia infarina...” Aria di Pagliaccio Recitar! Mentre preso del delirio non so più quel che dice e quel che faccio!Eppur... e d'uopo... sforzati!Bah, se' tu forse un uom!Tu se' Pagliaccio!Vesti la giubba e la faccia infarina.La gente paga e rider vuole qua,e se Arlecchin t'invola Colombina,ridi, Pagliaccio, e ognun applaudirà!Tramuta in lazzi lo spasmo ed il pianto;in una smorfia il singhiozzo e il dolore...Ridi, Pagliaccio, sul tuo amore infranto! Ridi del duol che t'avvelena il cor!FEDORA Musica: Umberto GiordanoLibretto: Arturo Colautti 44.“La donna russa…” Aria di De Siriex
La donna russa è femmina due volte, doppiamente adorabile ed ostil... Essa è la vera donna, d'Eva la figlia vera, con le dolcezze e gl'impeti, le audacie e le viltà, l'ali e gli artigli, l'estasi e le frodi, pronta a immolarsi e facile a tradir. Tutto il suo sesso è in lei, tutto l'esser umano: un altare, un abisso, un mistero! Angelo e serpe, zingara e regina, sol d'oriente e gelo boreal! Ecco la donna russa, con le dolcezze e gl'impeti, le audacie e le viltà, pronta a immolarsi e facile a tradir! Ecco la donna russa, ed ecco l'ideal!
LA BOHEME Musica: Giacomo Puccini Libretto: Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
45.“Che gelida manina...” Aria di Rodolfo
Che gelida manina! Se la lasci riscaldar. Cercar che giova? Al buio non si trova. Ma per fortuna è una notte di luna, e qui la luna l'abbiamo vicina. Aspetti, signorina, le dirò con due parole chi son, che faccio e come vivo. Vuole? Chi son? Sono un poeta. Che cosa faccio? Scrivo. E come vivo? Vivo. In povertà mia lieta scialo da gran signore rime ed inni d'amore. Per sogni, per chimere e per castelli in aria l'anima ho milionaria. Talor dal mio forziere ruban tutti i gioielli due ladri: gli occhi belli. V'entrar con voi pur ora ed i miei sogni usati e i bei sogni miei tosto son dileguati. Ma il furto non m'accora, poiché vi ha preso stanza la dolce speranza! Or che mi conoscete, parlate voi. Chi siete? Via piaccia dir?
TOSCA Musica: Giacomo Puccini Libretto: Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
46.“Recondita armonia...” Aria di Cavaradossi
Recondita armonia E te, beltade ignota, L'arte nel suo mistero 47.“E lucevan le stelle...” Aria di Cavaradossi
E lucevan le stelle...
TURANDOT Musica: Giacomo Puccini Libretto:Giuseppe Adami e Renato Simoni
48.“Nessun dorma...” Aia di principe Calaf
Nessun dorma! Nessun dorma! Tu pure, o principessa, nella tua fredda stanza guardi le stelle che tremano d'amore e di speranza! Ma il mio mistero è chiuso in me, il mio nome nessun saprà! No, no, sulla tua bocca lo dirò, quando la luce splenderà! Ed il mio bacio scioglerà il silenzio che ti fa mia!
MADAMA BATTERFLY Musica: Giacomo Puccini Libretto: Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
49.“Un bel dì, vedremo...” Aria di Batterfly
Un bel dì, vedremo levarsi un fil di fumo dall'estremo confin del mare. E poi la nave appare. Poi la nave bianca entra nel porto, romba il suo saluto. Vedi? È venuto! Io non gli scendo incontro. Io no. Mi metto là sul ciglio del colle e aspetto, e aspetto gran tempo e non mi pesa, la lunga attesa. E uscito dalla folla cittadina un uomo, un picciol punto s'avvia per la collina. Chi sarà? chi sarà? E come sarà giunto che dirà? che dirà? Chiamerà Butterfly dalla lontana. Io senza dar risposta me ne starò nascosta un po' per celia... e un po' per non morire al primo incontro, ed egli alquanto in pena chiamerà, chiamerà: iccina mogliettina, olezzo di verbena, i nomi che mi dava al suo venire
Tutto questo avverrà, te lo prometto. Tienti la tua paura, io con sicura fede l'aspetto.
L’ARLESIANA Musica: Francesco Cilea Libretto: L. Marenco
50.“È la solita storia del pastore...” Il lameno di Federico
È la solita storia del pastore... Il povero ragazzo voleva raccontarla e s’addormì. C’è nel sonno l’oblio. Come l’invidio! Anch’io vorrei dormir così, nel sonno almen l’oblio trovar! La pace sol cercando io vo’. Vorrei poter tutto scordar! Ma ogni sforzo è vano. Davanti ho sempre di lei il dolce sembiante. La pace tolto è solo a me. Perché degg’io tanto penar? Lei! sempre lei mi parla ancor! Fatale vision, mi lascia! Mi fai tanto male, Ahimè! | СЕВИЛЬСКИЙ ЦИРЮЛЬНИК Музыка Джоаккино Россини Либретто Чезаре Стербини
1.«Фигаро тут, Фигаро там…» Каватина Фигаро
Ла ран ла ле ра, ла ран ла ла. Дорогу самому важному человеку в городе! Ла ран ла ла, и т.д. Скорее в лавку, заря настает. Ла ран ла ла, и т.д. Ах, как хороша жизнь, сплошное развлечение у проворного цирюльника. Ах, молодец, Фигаро, молодец, молодчина, молодец! Ла ран ла ла, и т.д. Очень удачливый, в самом деле. Молодец! Ла ран ла ла, и т.д. Готовый сделать все, ночью и днем, вечно я кружу по окрестностям. Какое раздолье для цирюльника, более достойной жизни не бывает, нет. Ла ран ла ла ран ла, и т.д. Бритвы и расчески, ланцеты и ножницы по моей команде разом появляются. Могу услужить и сверх ремесла дамочкам, кавалерам… Ла ла ран ла… ла… ла… Ах, как хороша жизнь, сплошное развлечение у проворного цирюльника. Все меня зовут, все меня требуют, дамы и юноши, старики и дети. Подать сюда парик! Быстро побрить бороду! Принести пиявок! Отнести записку! Все меня зовут, все меня желают. Подать сюда парик! Быстро побрить бороду! Отнести записку! Эй, Фигаро, Фигаро, Фигаро, и т.д. Боже! Что за спешка! О, горе! Какая толпа! По одному, будьте любезны. Ей, Фигаро! – я тут! Ей, Фигаро! – я тут! Фигаро тут, Фигаро там, Фигаро – вверх, Фигаро – вниз. Я понятливый, я быстрый, словно молния, я самый деловой в городе. Ах, молодец, Фигаро, молодец, молодчина, удача тебя не обходит. Ла ла ран ла, и т.д. Я самый ловкий в городе.
2.«Некий голос …» Ария Розины
Некий голос с недавних пор здесь, в моем сердце, отозвался. Мое сердце теперь ранено, и ранил его Линдор. Да, Линдор будет моим, клянусь, я его покорю. Мой опекун будет отказываться, а я буду изощрять фантазию, наконец все уладится, и я останусь довольна. Да, Линдор, и т.д. Я послушная, я почтительная, я покорная, милая, любящая, разрешаю мной командовать, наставлять меня. Но если меня задевают за больное место, я превращусь в гадюку и сто разных хитростей, прежде чем уступить, пущу в ход. Я послушная, и т.д.
3.«Клевета» Ария Базилио
Клевета как ветерок, сквознячок довольно деликатный, незаметный, слабенький, легонько, мягко начинает шелестеть. Потихоньку, помаленьку, приглушенно нашептывая, проскальзывает, извивается, в людские уши осторожно проникает, головы и умы поражает и вспучивает. Из уст наружу выходя, шум нарастает, помаленьку набирая силу, перелетает с места на место, становится громом, бурей, которая в глубине леса, завывает и рокочет, наводит леденящий ужас. Наконец переливается через край и выплескивается, распространяется и удваивается, производит взрыв, как пушечный выстрел, как землетрясение, ураган, всеобщий бунт, который сотрясает атмосферу. И оклеветанный бедняга, отравленный, растоптанный, под публичным обвинением непременно издыхает.
ЛЮБОВНЫЙ НАПИТОК Музыка Гаэтано Доницетти Либретто Феличе Романи
4.«Как она прекрасна…» Ария Неморино
Как она прекрасна, как она мила! Чем больше смотрю, тем больше она мне нравится… Но этому сердцу я не способен внушить даже легкое чувство. Она читает, штудирует, учится… нет вещи для нее неизвестной… А я вечно, как какой-то идиот, только и умею, что вздыхать. Кто мне ум просветит? Кто меня научит, как внушить ей любовь?
5.«Тайная слеза…» Ария Неморино
Тайная слеза в глазах ее появилась… казалось, она завидует этим веселым девушкам… Чего же мне еще желать? Она меня любит, я это вижу. На одно мгновение трепет ее милого сердца почувствовать! С ее дыханием смешать ненадолго мое дыхание! Небо, тогда можно и умереть, о большем я не прошу.
ЛЮЧИЯ ДИ ЛАММЕРМУР Музыка Гаетано ДоницеттиЛибретто Сальваторе Каммарано
6.«Царила в молчании…» Ария Лючии
ЛЮЧИЯ Царила в молчании глубокая, темная ночь… на источник упал блеклый луч мрачной луны... вдруг тихий стон в воздухе послышался, и вот на этом краю призрак предстал предо мной... Ах! Я видела, как двигались его губы, когда он говорил, и безжизненной рукой, казалось, манил меня к себе; постоял одно мгновение неподвижно, потом быстро рассеялся... и вода в источнике, прежде такая прозрачная, окрасилась кровью. Да, прежде, и т.д АЛИСА Ясные, о Господи, вполне ясные и печальные предзнаменования в твоих словах я нахожу! Ах, Лючия, Лючия, откажись от этой любви, такой опасной.
ЛЮЧИЯ Он свет моих дней, утешенье в моих страданиях. Когда, охваченный экстазом палящей страсти, словами, идущими из сердца, мне в вечной верности клянется, и т.д. все свои беды я забываю, радость вытесняет слезы, кажется, что рядом с ним открывается рай для меня, и т.д
7.«Кто меня удержит в такой момент…» Секстет
ЭДГАРДО Кто меня удержит в такой момент, кто остановит нахлынувший гнев? Ее страдание, ее ужас свидетельствуют о ее вине! Но, как увядшая роза, она стоит ни жива ни мертва! Я побежден, я смущен, люблю тебя, неблагодарная, все еще люблю тебя!
ЭНРИКО Кто сдержит мою ярость и руку, которая тянется к мечу? От жалости к этой несчастной из моей груди вырывается крик! Она – моя кровь! Я ее предал! Она стоит ни жива ни мертва! Ах! Не могу заглушить угрызения совести в моей душе!
ЛЮЧИЯ Я надеялась, что для меня жизнь закончилась вместе с этим ужасом, но и смерть не приходит ко мне на помощь, я все еще живу для муки! С моих глаз спала пелена, меня предали и земля, и небо! Хотела бы плакать – и не могу, даже слезы меня покинули.
РАЙМОНДО Какой ужасный момент! Не нахожу слов, чтобы выразить! Густая страшная туча, кажется, закрыла лучи солнца! Как увядшая роза, она стоит ни жива ни мертва, кто ее видом не потрясен, у того в груди сердце зверя.
ЭНРИКО Она – моя кровь. Я ее предал, и т.д.
ЭДГАРДО Кто удержит меня в такой момент, и т.д.
АЛИСА, ХОР Как увядшая роза, и т.д.
АРТУРО Какой ужасный момент, и т.д.
ЭНРИКО Ах, она – моя кровь, и т.д.
ЛЮЧИЯ Хотела бы плакать…и не могу, и т.д.
РАЙМОНДО Кто ее видом не потрясен, и т.д.
ЭДГАРДО Ах, я побежден, я смущен, и т.д.
8.“Скоро мне даст пристанище…» Речитатив и ария Эдгардо
Могилы моих предков, последнему отпрыску несчастного рода, ах, вы дайте приют. Погас недолгий огонь ненависти… вражескому клинку я отдаю себя. Для меня жизнь – тяжкое бремя! Весь мир для меня пустыня без Лючии! Факелами все еще освещен замок… Ах, мало было им ночи для празднества! Неблагодарная! В то время как я сокрушаюсь в безутешном плаче, ты смеешься, ликуешь рядом со счастливым супругом! Ты радуешься всей душой, а я умираю!
Скоро мне даст пристанище заброшенная гробница, Ни одна слеза сострадания не прольется на нее!.. Ах! Даже в смерти для меня, несчастного, мало утешения. Ты так же, ты так же позабудешь это презренное надгробие! Никогда не придешь сюда, жестокая, от своего супруга. Ах! Уважай хотя бы прах того, кто умер из-за тебя, уважай, и т.д. Никогда не придешь, забудешь его, уважай хотя бы того, кто умирает из-за тебя, и т.д. О, жестокая!
9.«Ты перед богом расправила крылья…» Ария Эдгардо
ЭДГАРДО Ты перед богом расправила крылья, о прекрасная возлюбленная душа моя, ты возвращаешься ко мне успокоенная, к тебе возносится твой благоверный. Ах, если злоба людская ввергла нас в такую жестокую войну, если разлучены мы были на земле, нас соединит Бог на небесах. О прекрасная возлюбленная душа моя, нас соединит Бог на небесах, и т.д. (Быстро выхватывает кинжал.) Я следую за тобой…
РАЙМОНДО Безумец! Безумец!
РАЙМОНДО и ХОР Ах, что ты делаешь?
ЭДГАРДО Я хочу умереть! Я хочу умереть!
РАЙМОНДО и ХОР Приди в себя, опомнись.
ЭДГАРДО Нет, нет, нет! (Пронзает себя.)
РАЙМОНДО и ХОР Ах!
РАЙМОНДО Что ты наделал?
ЭДГАРДО Иду к тебе …о прекрасная душа…
РАЙМОНДО Несчастный!
ЭДГАРДО … ты возвращаешься, ах, верный тебе…
РАЙМОНДО Он стремится на небеса.
ЭДГАРДО Ах, если злоба людская…
ХОР Какой ужас! Какой ужас!
ЭДГАРДО …эта жестокая война. О прекрасная душа… нас соединит Бог на небесах! О прекрасная возлюбленная душа, и т.д. Нас соединит Бог на небесах!
РАЙМОНДО О Боже, прости… Он стремится на небеса…Боже, прости это ужасное прегрешение.
ХОР О, ужасная, злая судьба! Боже, прости это ужасное прегрешение. (Все преклоняют колени. Эдгардо умирает)
ФАВОРИТКА Музыка Гаэтано Доницетти Либретто Альфонса Руайе и Густава Веза Перевод с французского на итальянский Ф. Джаннетти
Дата добавления: 2015-11-05; просмотров: 36 | Нарушение авторских прав
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