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50 знаменитых итальянских арий перевод Елены левченко 1 страница



50 CELEBRE ARIE ITALIANE

50 ЗНАМЕНИТЫХ ИТАЛЬЯНСКИХ АРИЙ

Перевод Елены Левченко

sembro@mail.ru

Il barbiere di Siviglia – L’elisir d’amore – Lucia di Lammermoor – Favorita – Don Pasquale – Norma –

I puritani – Macbeth - Rigoletto – Il trovatore – La traviata – Un ballo in maschera – Don Carlo –– Aida – Gioconda - Cavalleria rusticana – Pagliacci – Fedora - La boheme – Tosca – Turandot – Madama Batterfly – L’Arlesiana

IL BARBIERE DI SIVIGLIA

Musica: Gioachino Rossini

Libretto: Cesare Sterbini

 

1.“Figaro qua, Figaro là...”

Cavatina di Figaro La ran la le ra, la ran la la.Largo al factotum della città!La ran la la, ecc. Presto a bottegache l’alba è già.La ran la la, ecc. Ah, che bel vivere,che bel piacereper un barbieredi qualità.Ah, bravo Figaro,bravo, bravissimo, bravo!La ran la la, ecc. Fortunatissimoper verità. Bravo!La ran la la, ecc. Pronto a far tutto,la notte, il giorno,sempre d’intorno in giro sta.Miglior cuccagnaper un barbiere,vita più nobile,no, non si dà.La la ran la la ran la, ecc. Rasori e pettini,lancette i forbici,al mio comando tutto qui sta.V’è la risorsa poi del mestiere,colla donnetta,col cavaliere...La la ran la... la... la...Ah, che bel vivere,che bel piacereper un barbieredi qualità.Tutti mi chiedono,tutti mi vogliono,donne, ragazzi,vecchi, fanciulle.Qua la parucca,presto la barba,qua la sanguigna,presto il biglietto.Tutti mi chiedono,tutti mi vogliono. Qua la parucca,presto la barba,presto il biglietto.Ehi, Figaro, Figaro, Figaro, ecc. Ahimè! Che furia!Ahimè! che folla!Uno alla volta,per carità.Ehi, Figaro; son qua!Ehi, Figaro; son qua!Figaro qua, Figaro là,Figaro su, Figaro giù.Pronto, prontissimoson come il fulmine,sono il factotum della città.Ah, bravo Figaro,bravo, bravissimo,a te la fortuna non mancherà.La la ran la, ecc. Sono il factotum della città. 2.“Una voce...” Aria di Rosina Una voce poco faqui nel cor mi risuonò.Il mio cor ferito è giàE Lindoro fu che il piagò.Sì, Lindoro mio sarà,lo giurai, la vincerò.Il tutor ricuserà,io l’ingegno aguzzerò,alla fin s’accheterà,e contenta io resterò.Sì, Lindoro, ecc. Io sono docile,son rispettosa,sono obbediente,dolce, amorosa,mi lascio reggere,mi fo guidar.Ma se mi toccanodov’è il mio debole,sarò una vipera, sarò,e cento trappoleprima di cedere farò giocar.Io sono docile, ecc. 3.“La calunnia” Aria di Basilio

La calunnia è un venticello,

un'auretta assai gentile

che insensibile, sottile,

leggermente, dolcemente

incomincia a sussurrar.

Piano piano, terra terra,

sottovoce, sibilando,

va scorrendo, va ronzando;

nelle orecchie della gente

s'introduce destramente

e le teste ed i cervelli

fa stordire e fa gonfiar.

Dalla bocca fuori uscendo

lo schiamazzo va crescendo

prende forza a poco a poco,

vola già di loco in loco;

sembra il tuono, la tempesta

che nel sen della foresta

va fischiando, brontolando

e ti fa d'orror gelar.

Alla fin trabocca e scoppia,

si propaga, si raddoppia

e produce un'esplosione

come un colpo di cannone,

un tremuoto, un temporale,

un tumulto generale,

che fa l'aria rimbombar.

E il meschino calunniato,

avvilito, calpestato,

sotto il pubblico flagello

per gran sorte ha crepar.

L’ELISIR D’AMORE

Musica: Gaetano Donizetti

Libretto: Felice Romani

 

4.“Quanto è bella...”

Aria di Nemorino

Quanto è bella, quanto è cara!
Più la vedo, e più mi piace...
ma in quel cor non son capace
lieve affetto ad inspirar.
Essa legge, studia, impara...
non vi ha cosa ad essa ignota...
Io son sempre un idiota,
io non so che sospirar.
Chi la mente mi rischiara?
Chi m'insegna a farmi amar?

5.“Una furtiva lagrima...”

Aria di Nemorino

Una furtiva lagrima
negli occhi suoi spuntò...
quelle festose giovani
invidiar sembrò...
Che più cercando io vo?
M'ama, sì, m’ama, lo vedo, lo vedo.
Un solo istante i palpiti
del suo bel cor sentir!..
Co' suoi sospir confondere
per poco i miei sospir!...
Cielo, si può morir;
di più non chiedo, non chiedo.



LUCIA DI LAMMERMOOR

Musica: Gaetano Donizetti

Libretto: Salvatore Cammarano

 

6.“Regnava nel silenzio...”

Aria di Lucia

 

LUCIA

Regnava nel silenzio

alta la notte e bruna...

colpìa la fonte un pallido

raggio del tetra luna...

quando un sommesso gemito

fra l’aure udir si fè

ed ecco su quel margin

l’ombra mostrarsi a me...Ah!

Qual di chi parla, muoversi

il labbro suo vedea

e con la mano esanime

chiamarmi a sè, parea;

stette un momento immobile,

poi ratta dileguò...

e l’onda pria sì limpida

di sangue rosseggiò.

Sì, pria, ecc.

 

ALISA

Chiari, oh Dio! Ben chiari e tristi

nel tuo dir presagi intendo!

Ah, Lucia, Lucia desisti

da un amor così tremendo.

 

LUCIA

Egli è luce ai giorni miei,

è conforto al mio penar.

Quando rapito in estasi

del più cocente ardore,

col favellar del core,

mi giura eterna fè, ecc.

gli affanni miei dimentico,

gioia diviene il pianto,

parmi che a lui d’accanto

si schiuda il ciel per me, ecc.

 

7.“Chi mi frena in tal momento...”

Sestetto

 

EDGARDO

Chi mi frena in tal momento,

chi troncò dell’ira il corso?

Il suo duolo, il suo spavento

son la prova d’un rimorso!

Ma, qual rosa inaridita,

ella sta fra morte e vita!

Io son vinto, son commosso,

t’amo, t’amo, ingrata,

t’amo ancor!

 

ENRICO

Chi raffrena il mio furore,

e la man che al brando corse?

Della misera in favore

nel mio petto un grido sorse!

È mio sangue! L’ho tradito!

Ella sta fra morte e vita!

Ah! che spegnere non posso

i rimorsi del mio cor!

 

LUCIA

Io sperai che a me la vita

tronca avesse il mio spavento,

ma la morte non m’aita –

vivo ancor per mio tormento!

Da’miei lumi cadde il velo,

mi tradì la terra e il cielo!

Vorrei piangere e non posso,

m’abbandona il pianto ancor.

 

RAIMONDO

Qual terribile momento!

Più formar non so parole!

Densa nube di spavento

par che copra i rai del sole!

Come rosa inaridita,

ella sta tra morte e vita,

chi per lei non è commosso,

ha di tigre in petto il cor.

 

ENRICO

È mio sangue. L’ho tradito, ecc.

 

EDGARDO

Chi mi frena in tal momento? ecc.

 

ALISA, CORO

Come rosa inaridita, ecc.

 

ARTURO

Qual terribile momento, ecc.

 

ENRICO

Ah, è mio sangue, ecc.

 

LUCIA

Vorrei piangere...e non posso, ecc.

 

RAIMONDO

Chi per lei non è commosso, ecc.

 

EDGARDO

Ah, son vinto, son comosso, ecc.

 

8.“Fra poco a me ricovero...”

Il recitativo e l’aria di Edgardo

 

Tombe degli avi miei,

l’ultimo avanzo

d’una stirpe infelice,

deh, raccogliete voi.

Cessò dell’ira il breve foco...

sul nemico acciaro abbandonar mi vo’. Per me la vita

è orrendo peso!

L’universo intero

è un deserto per me senza Lucia!

Di faci tuttavia

splende il castello...

Ah, scarsa fu la notte al tripudio!

Ingrata donna!

Mentr’io mi struggo in disperato pianto,

tu ridi, esulti accanto

al felice consorte!

Tu delle gioie in seno,

io della morte!

 

Fra poco a me ricovero

darà negletto avello.

Una pietosa lagrima

non scenderà su quello!..

Ah! Fin degli estinti, ahi misero,

manca il confoerto a me.

Tu pur, tu pur dimentica

quel marmo dispregiato!

Mai non passarvi, o barbara,

del tuo consorte a lato.

Ah! rispetta almen le ceneri

di chi moria per te, rispetta, ecc.

Mai non passarvi,

tu lo dimentica,

rispetta almeno

chi muore per te, ecc.

Oh, barbara!

 

9.“Tu che a Dio spiegasti l’ali...”

Aria di Edgardo

 

EDGARDO

Tu che a Dio spiegasti l’ali,

o bell’alma innamorata,

ti rivolgi a me placata,

teco ascenda il tuo fedel.

Ah, se l’ira dei mortali

fece a noi sì cruda guerra,

se divisi fummo in terra,

ne congiunga il Nume in ciel,

o bell’alma innamorata,

ne congiunga il Nume in ciel, ecc.

(Trae rapidamente un pugnale.)

Io ti seguo...

 

RAIMONDO

Forsennato! Forsennato!

 

RAIMONDO e CORO

Ah, che fai?

 

EDGARDO

Morir voglio! Morir voglio!

 

RAIMONDO e CORO

Ritorna in te, ritorna.

 

EDGARDO

No, no, no!

(Si ferisce.)

 

RAIMONDO e CORO

Ah!

 

RAIMONDO

Che facesti?

 

EDGARDO

A te vengo...oh bell’alma...

 

RAIMONDO

Sciagurato!

 

EDGARDO

...ti rivolgi, ah, il tuo fedel…

 

RAIMONDO

Pensa al ciel.

 

EDGARDO

Ah, se l’ira dei mortali...

 

CORO

Quale orror! Quale orror!

 

EDGARDO

... sì cruda guerra.

O bell’alma, ne congiunga

il Nume in Ciel!

O bell’alma innamorata, ecc.

Ne congiunga il Nume in Ciel!

 

RAIMONDO

Oh Dio, perdona...

Pensa al ciel... Dio, perdona

tanto orror.

 

CORO

Oh tremendo, oh nero fato!

Dio, perdona tanto orror.

(Tutti si inginocchiano. Edgardo spira.)

FAVORITA

Musica: Gaetano DonizettiLbretto: Alphonso Royer e Gustavo Vaëz.Tradotto da francese in itialiano da F. Jannetti

10.“Una vergine, un angiol di Dio...”

Aria di Fernando

 

Una vergine, un angiol di Dio

presso all'ara pregava con me,
una speme, un terrore, un desio,
una gioia quest'alma empié.

 

Ah, mio padre! Rapíami la bella,
fin l'estrema virtude del cor.
Chiedo al cielo conforto, ma quella

Allo sguardo mi è innante ognor.

 

Da quel giorno che insiem le soavi
aure grate con essa spirò,
queste mura a Fernando son gravi
un destin più ridente sognò.

 

De' miei mali nell'atra procella
un'aita ricerca il mio cor,
ed al cielo mi volgo, ma quella
allo sguardo m'è innante ognor.

 

11.“Favorita del re...”

Aria di Fernando

Favorita del re! Favorita del re!

Qual negro abisso,
qual mia trama infernal, la gloria mia
avvolse in un istante,
e ogni speme troncò del core amante!

 

Spirito gentil

ne' sogni miei
brillasti un dì

ma ti perdei:
fuggi dal cor,

mentita speme,
larve d'amor,

fuggite insieme.
Donna sleal, a te d'accanto
del genitor scordava il pianto;
la patria, il ciel;

e in tanto amore,
d'onta mortal

macchiasti il core.

 

DON PASQUALE Musica: Gaetano DonizettiLibretto: Giovanni Ruffini 12.“Cercherò lontana terra...” Aria di Ernesto Povero Ernesto! Dallo zio cacciato,da tutti abbandonato,mi restava un amico e un coperto nemico discopro in lui,che a’danni miei congiura.Perder Norina, oh Dio! Ben feci a leid’esprimere in un foglio i sensi miei.Ore in altra contrada i giorni grami a trascinar mi vada. Cercherò lontana terradove gemer sconosciuto,là vivrò col cuore in guqrradeplorando il ben perduto, ecc. Ma né sorte a me nemica,né frapposti monti e mar,ti potranno, dolce amica,dal mio core cancellar,non ti potranno dal mio core cancellar, ecc. E se fa che ad altro oggettotu rivolga un giorno il core,se mai fia che un altro affettospegna in te antico ardore,non temer che un infelicete spergiura accusi il ciel;se tu sei, ben mio, felice,sarà pago il tuo fedel, ecc. 13.“Aspetta, aspetta...” Il duetto di Don Pasquale e di Dottor Malatesta

 

PASQUALE

Aspetta, aspetta,

cara sposina,

la mia vendetta

già s’avvicina:

già già ti preme,

già t’ha raggiunto,

tutto in un punto

l’hai da scontar.

Vedrai se giovino

raggiri e cabale,

sorrisi teneri,

sospiri e lagrime.

Vedrai se giovino, ecc.

Or voglio prendere

la mia rivincita;

sei nella trappola,

v’hai da restar, sì, ecc.

 

MALATESTA

Il poverino

sogna vendetta,

non sa il meschino

quel che l’aspetta;

invano freme,

invan s’arrabia,

è chiuso in gabbia,

non può scappar.

Invano accumula

progetti e calcoli,

non sa che fabrica

castelli in aria:

non vede, il semplice,

che nella trappola

da sé medesima, sì,

si va a gettar, ecc.

 

14.“Com’ è gentil –

la notte a mezzo april...”

Serenata di Ernesto Com’è gentil – la notte a mezzo april!È azzurro il ciel – la luna è senza vel. Tutt’ è languor, - pace, mistero, amor!Ben mio, perché ancor non vieni a me? Formano l’aured’amore accenti!Del rio nel murmuresospiri senti... Ben mio, perché ancor, ecc. Poi quando sarò morto piangerai,ma richiamarmi in vita non potrai. Com’è gentil, ecc. Il tuo fedele si strugge di desir,Nina crudele, mi vuoi veder morir?

NORMA

Musica: Vincenzo Bellini

Libretto: Felice Romani

 

15.“Casta Diva”

Aria di Norma

 

Casta Diva che inargenti
queste sacre antiche piante,
a noi volgi il bel sembiante,
senza nube e senza vel!

CORO
Casta Diva, che inargenti
queste sacre antiche piante,
a noi volgi il bel sembiante,
senza nube e senza vel!

NORMA
Tempra, o Diva,
tempra tu de' cori ardenti,
tempra ancora lo zelo audace.
Spargi in terra quella pace
che regnar tu fai nel ciel.

CORO

Diva, spargi in terra
quella pace che regnar

tu fai nel ciel.

I PURITANI

Musica: Vincenzo Bellini

Libretto: Carlo Pepoli

 

16.“A te, o cara...”

Scena di atto primo

 

ARTURO

A te, o cara, amor talora

mi guidò furtivo e in pianto,

or mi guida a te d’accanto

tra la gioia e l’esultar.

 

GIORGIO e VALTON

Senza occaso questa aurora

mai null’ombra o duol vi dia:

santa in voi la fiamma sia,

pace ognor v’allieti in cor...

Ciel, benedici a tanto amor.

 

ELVIRA

Oh... Contento!

Ah! mio Arturo!

Or son tua!

 

ARTURO

Ah!.. mio bene!

Ah! Elvira mia!

Sì, mia tu sei!

 

ELVIRA e ARTURO

Cielo, arridi a’voti miei

benedici a tanto amor.

 

CORO

Cielo, arridi a’voti miei

benedici a tanto amor.

 

ARTURO

Al brillar di sì bell’ora,

se rammento il mio tormento,

si raddoppia il mio contento,

m’è più caro il palpitar.

 

17.“Vieni...”

Scena di atto terzo

 

ARTURO
Vieni, vieni fra queste braccia,
Amor, delizia e vita,
Vieni, non mi sarai rapita
finchè ti stringo al cor.
Ad ogni istante ansante
ti chiamo e te sol bramo.
Ah, deh vien, tel ripeto; io t'amo,
t'amo d'immenso amore.

 

ELVIRA

Caro, caro, non ho parola
ch'esprima il mio contento;
l'alma elevar mi sento
In estasi d'amor.
Ad ogni istante ansante
ti chiamo e te sol bramo,
Ah! caro, vien, tel ripeto, io t'amo,
T'amo d'immenso amore, ecc.
Mio ben, sempre con te vivrò d’amor.

 

 

MACBETH

Musica: Giuseppe Verdi

Libretto: Francesco Piave

 

18.“O figli, o figli miei...”

Aria di Macduff

 

O figli, o figli miei! da quel tiranno

tutti uccisi voi foste, e insieme con voi

la madre sventurata!...

Ah, fra gli artigli di quel tigre

io lasciai la madre e i figli?

Ah, la paterna mano

non vi fu scudo, o cari,

dai perfidi sicari

che a morte vi ferir!

E me fuggiasco, occulto,

voi chiamavate invano,

coll'ultimo singulto,

coll'ultimo respir.

Trammi al tiranno in faccia,

Signore! e s'ei mi sfugge,

possa a colui le braccia

del tuo perdono aprir.

 

RIGOLETTO

Musica: Giuzeppe Verdi

Libretto: Francesco Piave

 

19.“Questa o quella...”

Arioso di Duca

 

Questa o quella per me pari sono

a quant'altre d'intorno, d'intorno mi vedo;

del mio core l'impero non cedo

meglio ad una che ad altra beltà.

La costoro avvenenza è qual dono

di che il fato ne infiora la vita;

s'oggi questa mi torna gradita,

forse un'altra, forse un'altra

doman lo sarà,

La costanza, tiranna del core,

detestiamo qual morbo crudele;

sol chi vuole si serbe fidele;

non v'ha amor, se non v'è libertà.

De' mariti il geloso furore,

degli amanti le smanie derido;

anco d'Argo i cent'occhi disfido

se mi punge, se mi punge

una qualche beltà,

 

20.“O uomini!... o natura!...”

Monologo di Rigoletto

 

Quel vecchio maledivami!...

O uomini!... o natura!...

Vil scellerato mi faceste voi...!

Oh rabbia!... esser difforme!...

esser buffone!...

Non dover, non poter

altro che ridere!...

Il retaggio d'ogni uom

m'è tolto... il pianto!...

Questo padrone mio,

Giovin, giocondo, sì possente, bello,

Sonnecchiando mi dice:

Fa ch'io rida, buffone...

Forzarmi deggio, e farlo!...

Oh, dannazione!...

Odio a voi, cortigiani schernitori!...

Quanta in mordervi ho gioia!..

Se iniquo son, per cagion vostra è solo...

Ma in altr'uom qui mi cangio!...

Quel vecchio malediami!... tal pensiero

Perché conturba ognor la mente mia!.,.

Mi coglierà sventura?... Ah no, è follia.

 

21.“Ella mi fu rapita...”

Aria di Duca

 

Ella mi fu rapita!

E quando, o ciel... ne'brevi istanti,

prima che il mio presagio interno

sull'orma corsa ancora mi spingesse!

Schiuso era l'uscio!...

e la magion deserta!

E dove ora sarà quell'angiol caro?...

colei che prima potè in questo core

destar la fiamma di costanti affetti?...

colei sì pura, al cui modesto sguardo

quasi spinto a virtù talor mi credo!...

Ella mi fu rapita!

E chi l'ardiva?...

Ma ne avrò vendetta

lo chiede il pianto della mia diletta.

Parmi veder le lagrime

scorrenti da quel ciglio,

quando fra il dubbio e l'ansia

del subito periglio,

dell'amor nostro memore,

il suo Gualtier chiamò.

Ned ei potea soccorrerti,

cara fanciulla amata,

ei che vorria coll'anima

farti quaggiù beata;

ei che le sfere agli angeli,

per te non invidiò.

 

22.“Cortigiani, vil razza dannata...”

Aria di Rigoletto

 

Cortigiani, vil razza dannata,

per qual prezzo vendeste il mio bene?

A voi nulla per l'oro sconviene!..

ma mia figlia è impagabil tesor.

La rendete... o se pur disarmata,

questa man per voi fora cruenta;

nulla in terra più l'uomo paventa,

se dei figli difende l'onor.

Quella porta,

assassini, assassini, m'aprite,

la porta, la porta, assassini, m'aprite.

 

Ah! voi tutti a me contro venite!..

tutti contro me!.. Ah!..

Ebben, piango... Marullo, signore,

tu ch'hai l'alma gentil come il core,

dimmi tu dove l'hanno nascosta?..

È là? non è vero?... tu taci!.. ohimè!

Miei signori.. perdono, pietate...

al vegliardo la figlia ridate...

ridonarla a voi nulla ora costa,

tutto al mondo è tal figlia per me.

 

 

23.“La donna è mobile...”

Canzonetta di Duca

 

La donna è mobile

qual piuma al vento,

muta d'accento e di pensiero.

Sempre un amabile

leggiadro viso,

in pianto o in riso,

è menzognero.

 

È sempre misero

chi a lei s'affida,

chi le confida mal cauto il core!

Pur mai non sentesi

felice appieno

chi su quel seno

non liba amore

 

 

Il TROVATORE

Musica: Giuseppe Verdi

Libretto: Salvatore Cammarano

 

24.“Di due figli vivea padre beato...”

Narrazione di Ferrando

 

FERRANDO:

Di due figli vivea padre beato

il buon Conte di Luna:

fida nutrice del secondo nato

dormia presso la cuna.

Sul romper dell'aurora un bel mattino

ella dischiude i rai;

e chi trova d'accanto a quel bambino?

 

CORO:

Chi?... Favella... Chi? Chi mai?

 

FERRANDO:

Abbietta zingara, fosca vegliarda!

Cingeva i simboli di una maliarda!

E sul fanciullo, con viso arcigno,

l'occhio affiggeva torvo, sanguigno!...

D'orror compresa è la nutrice...

acuto un grido all'aura scioglie;

ed ecco, in meno che il labbro il dice,

i servi accorrono in quelle soglie;

e fra minacce, urli e percosse

la rea discacciano ch'entrarvi osò.

 

CORO:

Giusto quei petti sdegno commosse;

l'insana vecchia lo provocò.

 

FERRANDO:

Asserì che tirar del fanciullino

l'oroscopo volea...

Bugiarda! Lenta febbre del meschino

la salute struggea!

Coverto di pallor, languido, affranto

ei tremava la sera.

Il dì traeva in lamentevol pianto...

Ammaliato egli era!

 

La fatucchiera perseguitata

fu presa, e al rogo fu condannata;

ma rimaneva la maledetta

figlia, ministra di ria vendetta!...

Compì quest'empia nefando eccesso!...

Sparve il fanciullo e si rinvenne

mal spenta brace nel sito istesso

ov'arsa un giorno la strega venne!...

E d'un bambino... ahimè!... l'ossame

bruciato a mezzo, fumante ancor!

 

CORO:

Ah scellerata!... oh donna infame!

Del par m'investe odio ed orror!

 

E il padre?

 

FERRANDO:

Brevi e tristi giorni visse:

pure ignoto del cor presentimento

gli diceva che spento

non era il figlio; ed, a morir vicino,

bramò che il signor nostro a lui giurasse

di non cessar le indagini... Ah! fur vane!...

 

CORO

E di colei non s'ebbe

contezza mai?

 

FERRANDO:

Nulla contezza...

Oh, dato mi fosse

rintracciarla un dì!...

 

CORO

Ma ravvisarla potresti?

 

FERRANDO:

Calcolando gli anni trascorsi... lo potrei.

 

CORO

Sarebbe tempo presso la madre

all'inferno spedirla.

 

FERRANDO:

All'inferno? È credenza che dimori

ancor nel mondo l'anima perduta

dell'empia strega, e quando il cielo è nero

in varie forme altrui si mostri.

 

Coro:

E vero!

Su l'orlo dei tetti alcun l'ha veduta!

In upupa o strige talora si muta!

In corvo tal'altra; più spesso in civetta!

Sull'alba fuggente al par di saetta.

 

FERRANDO:

Morì di paura un servo del conte,

che avea della zingara percossa

la fronte!

Apparve a costui d'un gufo in sembianza

nell'alta quiete di tacita stanza!...

Con l'occhio lucente guardava... guardava,

il cielo attristando d'un urlo feral!

Allor mezzanotte appunto suonava...

(Una campana suona improvvisamente

a distesa mezzanotte)

 

25.«Tacea la notte placida...”

Aria e cavatina di Leonora

 

LEONORA:

Tacea la notte placida

e bella in ciel sereno

la luna il viso argenteo

mostrava lieto e pieno...

Quando suonar per l'aere,

infino allor sì muto,

dolci s'udiro e flebili

gli accordi d'un liuto,

e versi melanconici

un trovator cantò.

Versi di prece ed umile

qual d'uom che prega Iddio

in quella ripeteasi

un nome... il nome mio!...

Corsi al veron sollecita...

Egli era! egli era desso!...

Gioia provai che agli angeli

solo è provar concesso!...

Al core, al guardo estatico

la terra un ciel sembrò.

 

INES:

Quanto narrasti di turbamento

m'ha piena l'alma!... Io temo...

 

LEONORA:

Invano!

 

INES:

Dubbio, ma triste presentimento

in me risveglia quest'uomo arcano!

Tenta obliarlo...

 

LEONORA:

Che dici!... oh basti!...

 

INES:

Cedi al consiglio dell'amistà...

Cedi...

 

LEONORA:

Obliarlo! Ah, tu parlasti

detto, che intendere l'alma non sa.

Di tale amor che dirsi

mal può dalla parola,

d'amor che intendo io sola,

il cor s'inebriò! Il mio destino compiersi

non può che a lui dappresso...

S'io non vivrò per esso,

per esso io morirò!

 

26.“Stride la vampa!..”

Aria di Azucena

 

AZUCENA:

Stride la vampa! - la folla indomita

corre a quel fuoco - lieta in sembianz.

Urli di gioia intorno echeggiano:

cinta di sgherri donna s'avanza!

Sinistra splende sui volti orribili

la tetra fiamma che s'alza al ciel!

 

Stride la vampa! giunge la vittima

nero vestita, discinta e scalza!

Grido feroce di morte levasi;

l'eco il ripete di balza in balza!

Sinistra splende sui volti orribili

la tetra fiamma che s'alza al ciel!

 

27.“Condotta ell'era in ceppi...”

Aria di Asucena

 

Condotta ell'era in ceppi

al suo destin tremendo!

Col figlio sulle braccia,

io la seguìa piangendo.

Infino ad essa un varco

tentai, ma invano, aprirmi

Invan tentò la misera

fermarsi e benedirmi!

Ché, fra bestemmie oscene,

pungendola coi ferri,

Al rogo la cacciavano

gli scellerati sgherri!

Allor, con tronco accento,

Mi vendica! esclamò.

Quel detto un'eco eterno

in questo cor lasciò.

 

MANRICO:

La vendicasti?

 

AZUCENA:

Il figlio giunsi a rapir del Conte:

lo trascinai qui meco...

Le fiamme ardean già pronte.

 

Manrico: (con raccapriccio)

Le fiamme!... oh ciel!... tu forse?...

 

AZUCENA:

Ei distruggeasi in pianto...

Io mi sentiva il core dilaniato, infranto!...

Quand'ecco agli egri spirti,

come in un sogno, apparve

la vision ferale

di spaventose larve!

Gli sgherri ed il supplizio!...

La madre smorta in volto,

scalza, discinta!...

Il grido, il grido, il grido ascolto:

Mi vendica!...

La mano convulsa tendo...

stringo la vittima,

nel foco la traggo, la sospingo...

Cessa il fatal delirio,

l'orrida scena fugge...

La fiamma sol divampa,

e la sua preda strugge!

Pur volgo intorno il guardo

e innanzi a me vegg'io

dell'empio Conte il figlio...

 

MANRICO:

Ah! che dice?

 

AZUCENA:

Il figlio mio, il figlio mio

avea bruciato!

 

MANRICO:

Che dici! quale orror!

 

AZUCENA:

Sul capo mio le chiome

sento rizzarsi ancor!

 

28.«Ah sì, ben mio, coll’essere...»

Aria di Manrico

 

Ah sì, ben mio, coll’essere

io tuo, tu mia consorte,

avrò più l’alma intrepida,

il braccio avrò più forte.

Ma pur, se nella pagina

dei miei destini è scritto

ch’io resti fra le vittime,

dal ferro ostil trafitto,

fra quegli estremi aneliti

a te il pensier verrà,

e solo in ciel precederti

la morte a me parrà, ecc.

 

29.“Di quella pira...”

Cavatina di Manrico

 

Di quella pira, l’orrendo foco

tutte le fibre m’arse, avvampò!

Empi, spegnatela, o ch’io fra poco

col sangue vostro la spegnerò!

Era già figlio prima d’amarti,

non può frenarmi il tuo martir...

Madre infelice, corro a salvarti,

o teco almeno corro a morir!

All'armi, all'armi! eccone presti

a pugnar teco, teco a morir.

All’armi! All’armi! All’armi!

 

 

LA TRAVIATA

Musica: Giuseppe Verdi

Libretto: Francesco Piave

30. Brindisi

 

ALFREDO

Libiamo, libiamo ne' lieti calici,

che la bellezza infiora;

e la fuggevol, fuggevol ora

s'inebrii a voluttà.

Libiam ne' dolci fremiti

che suscita l'amore,

poiché quell'occhio al core

onnipotente va.

Libiamo, amore, amor fra i calici

più caldi baci avrà.

 

TUTTI

Ah! Libiam, amor fra i calici

più caldi baci avrà.

 

VIOLETTA

Tra voi, tra voi saprò dividere

il tempo mio giocondo;

tutto è follia nel mondo

ciò che non è piacer.

Godiam, fugace e rapido

è il gaudio dell'amore;

è un fior che nasce e muore,

né più si può goder.

Godiam c'invita, c’invita un fervido

accento lusinghier.

 

TUTTI

Godiamo... la tazza, la tazza e il cantico

la notte abbella e il riso;

in questo, in questo paradiso

ne scopra il nuovo dì.

 

VIOLETTA (ad Alfredo)

La vita è nel tripudio.

 

ALFREDO (a Violetta)

Quando non s'ami ancora.

 

VIOLETTA (ad Alfredo)

Nol dite a chi l'ignora.

 

ALFREDO (a Violetta)

È il mio destin così.

 

TUTTI

Godiamo... la tazza e il cantico

la notte abbella e il riso;

in questo paradiso

ne scopra il nuovo dì.

 

31.“È strano! è strano...”

Aria e cabaletta di Violetta

 

È strano! è strano!

in core scolpiti ho quegli accenti!

Sarìa per me sventura

un serio amore?..

Che risolvi, oh turbata anima mia?

Null'uomo ancora t'accendeva...

O, gioia ch'io non conobbi

essere amata amando!..

E sdegnarla poss'io

per l'aride follie del viver mio?

Ah, fors'è lui che l'anima

soligna ne’tumulti

godea sovente pingere

de’suoi colori occulti...

Lui che modesto e vigile

all'egre soglie ascese,

e nuova febbre accese,

destandomi all'amor!

A quell'amor, quell’aqmor ch'è palpito

dell'universo, dell’universo intero,

misterioso, misterioso, altero,

croce, croce e delizia, delizia al cor.

A me, fanciulla, un candido

e trepido desire,

quest’effigiò dolcissimo

signor dell'avvenire,

quando ne' cieli il raggio

di sua beltà vedea,

e tutta me pascea

di quel divino error.

Sentìa che amore, che amore è palpito

dell'universo, dell’universo intero,

misterioso, misterioso altero,

croce, croce e delizia, delizia al cor!

Follie! follie!

Delirio vano è questo!

Povera donna,

sola abbandonata

in questo popoloso deserto

che appellano Parigi,

che spero or più?..

che far degg'io?..

Gioire!

di voluttà ne’ vortici, di voluttà perir!...

Gioir!... gioir!...

 

Sempre libera degg'io

folleggiar di gioia in gioia,

vo' che scorra il viver mio

pei sentieri del piacer.

Nasca il giorno, o il giorno muoia,

sempre lieta ne' ritrovi,

a diletti sempre nuovi

dee volare il mio pensier.

 

32.“Lunge da lei...”

Romanza di Alfredo

 

Lunge da lei per me non v'ha diletto!

Volaron già tre lune

Dacché la mia Violetta

Agi per me lasciò, dovizie, onori,

E le pompose feste

Ove, agli omaggi avvezza,

Vedea schiavo ciascun di sua bellezza

Ed or contenta in questi ameni luoghi

Tutto scorda per me.

Qui presso a lei

Io rinascer mi sento,

E dal soffio d'amor rigenerato

Scordo ne' gaudii suoi tutto il passato.

De' miei bollenti spiriti

Il giovanile ardore

Ella temprò col placido

Sorriso dell'amore!

Dal dì che disse: vivere

Io voglio a te fedel,

Dell'universo immemore

Io vivo quasi in ciel.

 

33.“O mio rimorso! O infamia!..”

Cabaletta di Alfredo

 

O mio rimorso! O infamia!

e vissi in tale errore?

Ma il turpe sogno a frangere

il ver mi balenò.

Per poco in seno acquétati,

o grido, grido dell'onore;

M'avrai securo vindice;

quest'onta laverò.

 

34.“Di Provenza il mar, il suol...”

Aria di Germont

 

Di Provenza il mar, il suol –

chi dal cor ti cancellò?

Al natio fulgente sol –

qual destino ti furò?

Oh, rammenta pur nel duol –

ch'ivi gioia a te brillò;

e che pace colà sol –

su te splendere ancor può.

Dio mi guidò!

Ah! il tuo vecchio genitor –

tu non sai quanto soffrì.

Te lontano, di squallor

il suo tetto si coprì

Ma se alfin ti trovo ancor, -

se in me speme non fallì,

se la voce dell'onor –

in te appien non ammutì,

Dio m'esaudì!

 

 

UN BALLO IN MASCHERA

Musica: Giuseppe Verdi

Libretto: Antonio Somma

 

35.“Di' tu se fedele...”

Barcarola

 

RICCARDO

Di' tu se fedele

il flutto m'aspetta,

se molle di pianto

la donna diletta

dicendomi addio

tradì l'amor mio.

Con lacere vele

e l'alma in tempesta,

i solchi so franger

dell'onda funesta,

l'averno ed il cielo

irati sfidar.

Sollecita esplora,

divina gli eventi:

non possono i fulmin,

la rabbia de' venti,

la morte, l'amore

sviarmi dal mar.

 

CORO

Non possono i fulmin,

la rabbia de' venti,

la morte, l'amore

sviarlo dal mar.

 

RICCARDO

Sull'agile prora

che m'agita in grembo,

se scosso mi sveglio

ai fischi del nembo,

ripeto fra' tuoni

le dolci canzoni,

le dolci canzoni

del tetto natio,

che i baci ricordan

dell'ultimo addio.

E tutte raccendon

le forze tua profezia,

di ciò che può sorger

dal fato qual sia;

nell'anime nostre

non entra terror.

 

CORO

Nell'anime nostre

non entra terro.

 

 

DON CARLO

Musica: Giuseppe Verdi

Libretto: Antonio Ghislanzoni

 

36.“Ella giammai m'amò!...”

Monologo di Filippo

 

Ella giammai m'amò!...

No, quel core chiuso è a me,

amor per me non ha!...

Io la rivedo ancor

contemplar trista in volto

il mio crin bianco

il dì che qui di Francia venne.

No, amor per me non ha!...

 

Ove son?...

Quei doppier... presso a finir!...

L'aurora imbianca il mio veron!

Già spunta il dì.

Passar veggo i miei giorni lenti!

Il sonno, oh Dio!

sparì dagli occhi languenti!

Dormirò sol nel manto mio regal

quando la mia giornata è giunta a sera,

dormirò sol sotto la volta nera

là, nell'avello dell'Escurïal.

Ah! se il serto real a me desse il poter

di leggere nei cor,

che Dio sol può veder!...

Se dorme il prence, veglia il traditore.

Il serto perde il Re, il consorte l'onor.

Dormirò sol nel manto mio regal,

quando la mia giornata è giunta a sera,

dormirò sol sotto la vôlta nera

là, nell'avello dell'Escurïal.

 

Ella giammai m'amò!...

No, quel core chiuso è a me,

amor per me non ha!...

 

AIDA

Musica: Giuseppe Verdi

Libretto: Antonio Ghislanzoni

 

37.“Celeste Aida”

Aria di Radames

 

Celeste Aida, forma divina,

mistico serto di luce e fior,

del mio pensiero tu sei regina,

tu di mia vita sei lo splendor.

Il tuo bel cielo vorrei ridarti

le dolci brezze del patrio suol;

un regal serto sul crin posarti,

ergerti un trono vicino al sol, ah!

 

 

GIOCONDA

Musica: Amilcare Ponchielli

Libretto: Arrigo Boito

 

38.“Suicidio!...”

Aria di Gioconda

 

Suicidio!...

In questi fieri momenti

tu sol mi resti,

e il cor mi tenti.

Ultima voce

del mio destino,

ultima croce

del mio cammin.

E un dì leggiadre volavan l'ore,

perdei la madre,

perdei l'amore,

vinsi l'infausta

gelosa febbre!

or piombo esausta

fra le tenebre!

Tocco alla meta,

domando al cielo

di dormir queta

dentro l'avel...

 

 

CAVALLERIA RUSTICANA

Musica: Pietro Mascagni

Libretto: Giovanni Targoni-Tozzetti

e Guido Menasci

 

39-“Siciliana”

Serenata di Turiddu

 

O Lola ch’hai di latti la cammisa

Sì bianca e russa comu la cirasa,

Quannu t’affacci fai la vucca a risa,

Biatu cui ti dà lu primmu vasu!

Ntra la puorta tua lu suangu è sparsu,

Ma nun me mpuorta si ce muoru accisu...

E se iddu muoru e vaju’n paradisu

Si nun ce truovo a ttia, mancu ce trasu.

 

40.“Intanto amici, qua...”

Brindisi

 

TURIDDU

Intanto amici, qua,

Beviamone un bicchiere.

 

Viva il vino spumeggiante

Nel bicchiere scintillante

Come il riso dell’amante

Mite infonde il giubilo!

Viva il vino ch’è sincero,

Che ci allieta ogni pensiero,

E che affoga l’umor nero

Nell’ebbrezza tenera.

 

CORO

Viva!

 

TURIDDU (a Lola)

Ai vostri amori!

 

LOLA (a Turiddu)

Alla fortuna vostra!

 

TURIDDU

Beviam!

 

41.“Mamma, quei vino è generoso...”

Aria di Turiddu

 

TURIDDU

Mamma, quei vino è generoso, e certo

Oggi troppi bicchier ne ho tracannati...

Vado fuori all’aperto...

Ma prima voglio che mi benedite

Come quel giorno che partii coldato;

E poi, mamma, sentite,

s’io non tornassi voi dovrete fare

Da madre a Santa, ch’io le avea giurato

Di condurla all’altere

 

MAMMA LUCIA

Perché parli così, figliuolo mio?

 

TURIDDU

Oh! Nulla! È il vino che m’ha suggerito!

Per me pregate Iddio!

Un bacio, mamma, un altro bacio, addio;

S’io non tornassi fate da madre a Santa;

Un bacio, mamma, addio!

 

 

PAGLIACCIMusica: Ruggero LeoncavalloLibretto: Ruggero Leoncavallo 42. Prologo Aria di Tonio Si può? Si può?Signore! Signori! Scusatemi se da sol mi presento. Io sono il Prologo.Poiché in scena ancorle antiche maschere mette l'autore,in parte ei vuol riprenderele vecchie usanza, e a voi di nuovo inviami.Ma non per dirvi, come pria:"Le lacrime che noi versiam son false!Degli spasimi e dei nostri martirnon allarmatevi!" No, no.L'autore ha cercato invece pingervi uno squarcio di vita.Egli ha per massima sol che l'artistaé un uom, e che per gli uominiscrivere ei deve. Ed al vero ispiravasi.Un nido di memoria in fondo a l'animacantava un giorno, ed ei con vere lacrime scrisse, e i singhiozzi il tempo gli battevano! Dunque, vedrete amar si come s'amano gli esseri umani, vedrete de l'odio i tristi frutti. Del dolor gli spasimi,urli di rabbia, udrete, e risa ciniche! E voi, piuttosto che le nostre povere gabbane d'istrioni, le nostr'anime considerate, poiché siam uomini di carne e d'ossa, e che di quest'orfano mondo al pari di voi spiriamo l'aere! Il concetto vi dissi, or ascoltate com'egli è svolto.Andiam, incominciate!

43.“Vesti la giubba

e la faccia infarina...”

Aria di Pagliaccio Recitar! Mentre preso del delirio non so più quel che dice e quel che faccio!Eppur... e d'uopo... sforzati!Bah, se' tu forse un uom!Tu se' Pagliaccio!Vesti la giubba e la faccia infarina.La gente paga e rider vuole qua,e se Arlecchin t'invola Colombina,ridi, Pagliaccio, e ognun applaudirà!Tramuta in lazzi lo spasmo ed il pianto;in una smorfia il singhiozzo e il dolore...Ridi, Pagliaccio, sul tuo amore infranto! Ridi del duol che t'avvelena il cor!

FEDORA

Musica: Umberto GiordanoLibretto: Arturo Colautti 44.“La donna russa…” Aria di De Siriex

 

La donna russa

è femmina due volte,

doppiamente adorabile ed ostil...

Essa è la vera donna,

d'Eva la figlia vera,

con le dolcezze e gl'impeti,

le audacie e le viltà,

l'ali e gli artigli,

l'estasi e le frodi,

pronta a immolarsi

e facile a tradir.

Tutto il suo sesso è in lei,

tutto l'esser umano:

un altare, un abisso,

un mistero!

Angelo e serpe, zingara e regina,

sol d'oriente e gelo boreal!

Ecco la donna russa,

con le dolcezze e gl'impeti,

le audacie e le viltà,

pronta a immolarsi

e facile a tradir!

Ecco la donna russa,

ed ecco l'ideal!

 

LA BOHEME

Musica: Giacomo Puccini

Libretto: Giuseppe Giacosa e Luigi Illica

 

45.“Che gelida manina...”

Aria di Rodolfo

 

Che gelida manina!

Se la lasci riscaldar.

Cercar che giova? Al buio non si trova.

Ma per fortuna è una notte di luna,

e qui la luna l'abbiamo vicina.

Aspetti, signorina,

le dirò con due parole

chi son, che faccio e come vivo.

Vuole?

Chi son? Sono un poeta.

Che cosa faccio? Scrivo.

E come vivo? Vivo.

In povertà mia lieta

scialo da gran signore

rime ed inni d'amore.

Per sogni, per chimere

e per castelli in aria

l'anima ho milionaria.

Talor dal mio forziere

ruban tutti i gioielli

due ladri: gli occhi belli.

V'entrar con voi pur ora

ed i miei sogni usati

e i bei sogni miei

tosto son dileguati.

Ma il furto non m'accora,

poiché vi ha preso stanza

la dolce speranza!

Or che mi conoscete,

parlate voi. Chi siete?

Via piaccia dir?

 

 

TOSCA

Musica: Giacomo Puccini

Libretto: Giuseppe Giacosa e Luigi Illica

 

46.“Recondita armonia...”

Aria di Cavaradossi

 

Recondita armonia
di bellezze diverse!...
È bruna Floria,
l'ardente amante mia...

E te, beltade ignota,
cinta di chiome bionde!
Tu azzurro hai l'occhio,
Tosca ha l'occhio nero!

L'arte nel suo mistero
le diverse bellezze insiem confonde;
ma nel ritrar costei
il mio solo pensiero, Tosca, sei tu!

47.“E lucevan le stelle...”

Aria di Cavaradossi

 

E lucevan le stelle...
ed olezzava la terra...
stridea l'uscio dell'orto...
e un passo sfiorava la rena...
Entrava ella, fragrante,
mi cadea fra le braccia...
Oh! dolci baci, o languide carezze,
mentr'io fremente
le belle forme disciogliea dai veli!
Svanì per sempre il sogno mio d'amore...
L'ora è fuggita...
E muoio disperato!
E non ho amato mai tanto la vita!...

 

 

TURANDOT

Musica: Giacomo Puccini

Libretto:Giuseppe Adami e Renato Simoni

 

48.“Nessun dorma...”

Aia di principe Calaf

 

Nessun dorma!

Nessun dorma!

Tu pure, o principessa,

nella tua fredda stanza

guardi le stelle che tremano

d'amore e di speranza!

Ma il mio mistero

è chiuso in me,

il mio nome nessun saprà!

No, no, sulla tua bocca lo dirò,

quando la luce splenderà!

Ed il mio bacio scioglerà

il silenzio che ti fa mia!

 

MADAMA BATTERFLY

Musica: Giacomo Puccini

Libretto: Giuseppe Giacosa e Luigi Illica

 

49.“Un bel dì, vedremo...”

Aria di Batterfly

 

Un bel dì, vedremo

levarsi un fil di fumo

dall'estremo confin del mare.

E poi la nave appare.

Poi la nave bianca

entra nel porto,

romba il suo saluto.

Vedi? È venuto!

Io non gli scendo incontro. Io no.

Mi metto là sul ciglio del colle e aspetto,

e aspetto gran tempo e non mi pesa,

la lunga attesa.

E uscito dalla folla cittadina

un uomo, un picciol punto

s'avvia per la collina.

Chi sarà? chi sarà?

E come sarà giunto

che dirà? che dirà?

Chiamerà Butterfly dalla lontana.

Io senza dar risposta

me ne starò nascosta

un po' per celia...

e un po' per non morire al primo incontro,

ed egli alquanto in pena chiamerà,

chiamerà: iccina mogliettina,

olezzo di verbena,

i nomi che mi dava al suo venire

 

Tutto questo avverrà, te lo prometto.

Tienti la tua paura,

io con sicura fede l'aspetto.

 

 

L’ARLESIANA

Musica: Francesco Cilea

Libretto: L. Marenco

 

50.“È la solita storia del pastore...”

Il lameno di Federico

 

È la solita storia del pastore...

Il povero ragazzo voleva raccontarla

e s’addormì.

C’è nel sonno l’oblio.

Come l’invidio!

Anch’io vorrei dormir così,

nel sonno almen l’oblio trovar!

La pace sol cercando io vo’.

Vorrei poter tutto scordar!

Ma ogni sforzo è vano.

Davanti ho sempre di lei

il dolce sembiante.

La pace tolto è solo a me.

Perché degg’io tanto penar?

Lei! sempre lei mi parla ancor!

Fatale vision, mi lascia!

Mi fai tanto male,

Ahimè!

СЕВИЛЬСКИЙ ЦИРЮЛЬНИК

Музыка Джоаккино Россини

Либретто Чезаре Стербини

 

1.«Фигаро тут, Фигаро там…»

Каватина Фигаро

 

Ла ран ла ле ра, ла ран ла ла.

Дорогу самому важному человеку в городе!

Ла ран ла ла, и т.д.

Скорее в лавку,

заря настает.

Ла ран ла ла, и т.д.

Ах, как хороша жизнь,

сплошное развлечение

у проворного

цирюльника.

Ах, молодец, Фигаро,

молодец, молодчина, молодец!

Ла ран ла ла, и т.д.

Очень удачливый,

в самом деле. Молодец!

Ла ран ла ла, и т.д.

Готовый сделать все,

ночью и днем,

вечно я кружу

по окрестностям.

Какое раздолье

для цирюльника,

более достойной жизни

не бывает, нет.

Ла ран ла ла ран ла, и т.д.

Бритвы и расчески,

ланцеты и ножницы

по моей команде

разом появляются.

Могу услужить

и сверх ремесла

дамочкам,

кавалерам…

Ла ла ран ла… ла… ла…

Ах, как хороша жизнь,

сплошное развлечение

у проворного

цирюльника.

Все меня зовут,

все меня требуют,

дамы и юноши,

старики и дети.

Подать сюда парик!

Быстро побрить бороду!

Принести пиявок!

Отнести записку!

Все меня зовут,

все меня желают.

Подать сюда парик!

Быстро побрить бороду!

Отнести записку!

Эй, Фигаро, Фигаро, Фигаро, и т.д.

Боже! Что за спешка!

О, горе! Какая толпа!

По одному,

будьте любезны.

Ей, Фигаро! – я тут!

Ей, Фигаро! – я тут!

Фигаро тут, Фигаро там,

Фигаро – вверх, Фигаро – вниз.

Я понятливый, я быстрый,

словно молния,

я самый деловой в городе.

Ах, молодец, Фигаро,

молодец, молодчина,

удача тебя не обходит.

Ла ла ран ла, и т.д.

Я самый ловкий в городе.

 

2.«Некий голос …»

Ария Розины

 

Некий голос с недавних пор

здесь, в моем сердце, отозвался.

Мое сердце теперь ранено,

и ранил его Линдор.

Да, Линдор будет моим,

клянусь, я его покорю.

Мой опекун будет отказываться,

а я буду изощрять фантазию,

наконец все уладится,

и я останусь довольна.

Да, Линдор, и т.д.

Я послушная,

я почтительная,

я покорная,

милая, любящая,

разрешаю мной командовать,

наставлять меня.

Но если меня задевают

за больное место,

я превращусь в гадюку

и сто разных хитростей,

прежде чем уступить,

пущу в ход.

Я послушная, и т.д.

 

3.«Клевета»

Ария Базилио

 

Клевета как ветерок,

сквознячок довольно деликатный,

незаметный, слабенький,

легонько, мягко

начинает шелестеть.

Потихоньку, помаленьку,

приглушенно нашептывая,

проскальзывает, извивается,

в людские уши

осторожно проникает,

головы и умы

поражает и вспучивает.

Из уст наружу выходя,

шум нарастает,

помаленьку набирая силу,

перелетает с места на место,

становится громом, бурей,

которая в глубине леса,

завывает и рокочет,

наводит леденящий ужас.

Наконец переливается через край и выплескивается,

распространяется и удваивается,

производит взрыв,

как пушечный выстрел,

как землетрясение, ураган,

всеобщий бунт,

который сотрясает атмосферу.

И оклеветанный бедняга,

отравленный, растоптанный,

под публичным обвинением

непременно издыхает.

 

 

ЛЮБОВНЫЙ НАПИТОК

Музыка Гаэтано Доницетти

Либретто Феличе Романи

 

4.«Как она прекрасна…»

Ария Неморино

 

Как она прекрасна, как она мила!

Чем больше смотрю, тем больше она мне нравится…

Но этому сердцу я не способен

внушить даже легкое чувство.

Она читает, штудирует, учится…

нет вещи для нее неизвестной…

А я вечно, как какой-то идиот,

только и умею, что вздыхать.

Кто мне ум просветит?

Кто меня научит, как внушить ей любовь?

 

5.«Тайная слеза…»

Ария Неморино

 

Тайная слеза

в глазах ее появилась…

казалось, она завидует

этим веселым девушкам…

Чего же мне еще желать?

Она меня любит, я это вижу.

На одно мгновение трепет

ее милого сердца почувствовать!

С ее дыханием смешать

ненадолго мое дыхание!

Небо, тогда можно и умереть,

о большем я не прошу.

 

 

ЛЮЧИЯ ДИ ЛАММЕРМУР

Музыка Гаетано Доницетти

Либретто Сальваторе Каммарано

 

6.«Царила в молчании…»

Ария Лючии

 

ЛЮЧИЯ

Царила в молчании

глубокая, темная ночь…

на источник упал блеклый

луч мрачной луны...

вдруг тихий стон

в воздухе послышался,

и вот на этом краю

призрак предстал предо мной... Ах!

Я видела, как двигались его губы,

когда он говорил,

и безжизненной рукой,

казалось, манил меня к себе;

постоял одно мгновение неподвижно,

потом быстро рассеялся...

и вода в источнике, прежде такая прозрачная,

окрасилась кровью.

Да, прежде, и т.д

АЛИСА

Ясные, о Господи, вполне ясные и печальные предзнаменования в твоих словах я нахожу!

Ах, Лючия, Лючия, откажись

от этой любви, такой опасной.

 

ЛЮЧИЯ

Он свет моих дней,

утешенье в моих страданиях.

Когда, охваченный экстазом

палящей страсти,

словами, идущими из сердца,

мне в вечной верности клянется, и т.д.

все свои беды я забываю,

радость вытесняет слезы,

кажется, что рядом с ним

открывается рай для меня, и т.д

 

7.«Кто меня удержит в такой момент…»

Секстет

 

ЭДГАРДО

Кто меня удержит в такой момент,

кто остановит нахлынувший гнев?

Ее страдание, ее ужас

свидетельствуют о ее вине!

Но, как увядшая роза,

она стоит ни жива ни мертва!

Я побежден, я смущен,

люблю тебя, неблагодарная,

все еще люблю тебя!

 

ЭНРИКО

Кто сдержит мою ярость

и руку, которая тянется к мечу?

От жалости к этой несчастной

из моей груди вырывается крик!

Она – моя кровь! Я ее предал!

Она стоит ни жива ни мертва!

Ах! Не могу заглушить

угрызения совести в моей душе!

 

ЛЮЧИЯ

Я надеялась, что для меня жизнь

закончилась вместе с этим ужасом,

но и смерть не приходит ко мне на помощь,

я все еще живу для муки!

С моих глаз спала пелена,

меня предали и земля, и небо!

Хотела бы плакать – и не могу,

даже слезы меня покинули.

 

РАЙМОНДО

Какой ужасный момент!

Не нахожу слов, чтобы выразить!

Густая страшная туча,

кажется, закрыла лучи солнца!

Как увядшая роза,

она стоит ни жива ни мертва,

кто ее видом не потрясен,

у того в груди сердце зверя.

 

ЭНРИКО

Она – моя кровь. Я ее предал, и т.д.

 

ЭДГАРДО

Кто удержит меня в такой момент, и т.д.

 

АЛИСА, ХОР

Как увядшая роза, и т.д.

 

АРТУРО

Какой ужасный момент, и т.д.

 

ЭНРИКО

Ах, она – моя кровь, и т.д.

 

ЛЮЧИЯ

Хотела бы плакать…и не могу, и т.д.

 

РАЙМОНДО

Кто ее видом не потрясен, и т.д.

 

ЭДГАРДО

Ах, я побежден, я смущен, и т.д.

 

8.“Скоро мне даст пристанище…»

Речитатив и ария Эдгардо

 

Могилы моих предков,

последнему отпрыску

несчастного рода,

ах, вы дайте приют.

Погас недолгий огонь ненависти…

вражескому клинку я отдаю себя.

Для меня жизнь –

тяжкое бремя!

Весь мир

для меня пустыня без Лючии!

Факелами все еще

освещен замок…

Ах, мало было им ночи для празднества!

Неблагодарная!

В то время как я сокрушаюсь в безутешном плаче, ты смеешься, ликуешь рядом

со счастливым супругом!

Ты радуешься всей душой,

а я умираю!

 

Скоро мне даст пристанище

заброшенная гробница,

Ни одна слеза сострадания

не прольется на нее!..

Ах! Даже в смерти для меня, несчастного,

мало утешения.

Ты так же, ты так же позабудешь

это презренное надгробие!

Никогда не придешь сюда, жестокая,

от своего супруга.

Ах! Уважай хотя бы прах

того, кто умер из-за тебя, уважай, и т.д.

Никогда не придешь,

забудешь его,

уважай хотя бы

того, кто умирает из-за тебя, и т.д.

О, жестокая!

 

9.«Ты перед богом расправила крылья…»

Ария Эдгардо

 

ЭДГАРДО

Ты перед богом расправила крылья,

о прекрасная возлюбленная душа моя,

ты возвращаешься ко мне успокоенная,

к тебе возносится твой благоверный.

Ах, если злоба людская

ввергла нас в такую жестокую войну,

если разлучены мы были на земле,

нас соединит Бог на небесах.

О прекрасная возлюбленная душа моя,

нас соединит Бог на небесах, и т.д.

(Быстро выхватывает кинжал.)

Я следую за тобой…

 

РАЙМОНДО

Безумец! Безумец!

 

РАЙМОНДО и ХОР

Ах, что ты делаешь?

 

ЭДГАРДО

Я хочу умереть! Я хочу умереть!

 

РАЙМОНДО и ХОР

Приди в себя, опомнись.

 

ЭДГАРДО

Нет, нет, нет!

(Пронзает себя.)

 

РАЙМОНДО и ХОР

Ах!

 

РАЙМОНДО

Что ты наделал?

 

ЭДГАРДО

Иду к тебе …о прекрасная душа…

 

РАЙМОНДО

Несчастный!

 

ЭДГАРДО

… ты возвращаешься, ах, верный тебе…

 

РАЙМОНДО

Он стремится на небеса.

 

ЭДГАРДО

Ах, если злоба людская…

 

ХОР

Какой ужас! Какой ужас!

 

ЭДГАРДО

…эта жестокая война.

О прекрасная душа… нас соединит

Бог на небесах!

О прекрасная возлюбленная душа, и т.д.

Нас соединит Бог на небесах!

 

РАЙМОНДО

О Боже, прости…

Он стремится на небеса…Боже, прости

это ужасное прегрешение.

 

ХОР

О, ужасная, злая судьба!

Боже, прости это ужасное прегрешение.

(Все преклоняют колени. Эдгардо умирает)

 

ФАВОРИТКА

Музыка Гаэтано Доницетти

Либретто Альфонса Руайе и Густава Веза

Перевод с французского на итальянский Ф. Джаннетти

 


Дата добавления: 2015-11-05; просмотров: 36 | Нарушение авторских прав







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