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Le Marche sono una regione dell'Italia centrale. Il nome viene dal tedesco Mark, in italiano marca, termine che all'epoca dell'Impero di Carlo Magno (sec. IX) indicava un territorio di confine; la



Le Marche

1. Province e abitanti.

Ancona (capoluogo)

442.000

Ascoli Piceno

368.000

Pesaro

340.000

Macerata

300.000

totale abitanti

1.450.000

 

2. Profilo generale.

Le Marche sono una regione dell'Italia centrale. Il nome viene dal tedesco Mark, in italiano marca, termine che all'epoca dell'Impero di Carlo Magno (sec. IX) indicava un territorio di confine; la regione infatti si trovava al confine meridionale dell'Impero. Sul suo territorio si trovavano tre marche (Marca di Ancona, Marca di Fermo, Marca di Camerino), ciascuna governata da un marchese. Questo spiega perché ancora oggi la regione è chiamata Marche, al plurale[1].

Questa regione confina con l'Emilia-Romagna, la Toscana, l'Umbria, il Lazio e l'Abruzzo. La sua superficie è di circa 9.500 kmq.; non ci sono pianure, il territorio è interamente montuoso o collinare. Tutta la regione è compresa in una stretta fascia, delimitata a est dal Mare Adriatico e a ovest dagli Appennini (l'Appennino Umbro-Marchigiano, per la precisione); non ci sono fiumi importanti, e di conseguenza neppure valli.

Il clima è mite, di tipo mediterraneo, lungo la costa; continentale, invece, nelle zone interne. Il paesaggio è molto simile a quello delle regioni confinanti, in particolare Umbria e Toscana: è un paesaggio dolce, gradevole, molto verde, caratterizzato soprattutto dalle colline, dalle coltivazioni di olivi, dalla presenza di piccoli borghi medievali. La regione non è molto urbanizzata e, grazie anche all'assenza di grandi industrie, ha potuto conservare intatta la sua bellezza.

Le Marche in genere sono considerate una regione tranquilla, dove la vita scorre lentamente. È una regione di cui non si parla spesso sui giornali o alla televisione. Non ci sono grandi città; la popolazione è distribuita in modo uniforme in diversi centri di media e piccola grandezza. Le uniche vie di comunicazione importanti (autostrade e ferrovie) sono quelle che corrono lungo la costa adriatica; qui troviamo anche le due città maggiori, Ancona (100.000 abitanti) e Pesaro (90.000). Ancona, il capoluogo, possiede un importante porto, da cui partono i traghetti diretti in Croazia e in Grecia[2].

In generale la costa adriatica della penisola è priva di città veramente importanti, anche perché il loro sviluppo è stato a lungo ostacolato da Venezia (per molti secoli regina dell'Adriatico e del Mediterraneo). Inoltre il versante adriatico è meno popolato di quello tirrenico; questo fatto dipende anche da cause fisiche, perché l'entroterra tirrenico è ampio e abbastanza pianeggiante, attraversato da fiumi importanti (Arno, Tevere), mentre quello adriatico non è molto esteso, stretto com'è fra le cime appenniniche e il mare.

 

3. Economia.

Al momento dell'unificazione italiana, le Marche (che per vari secoli erano appartenute allo Stato della Chiesa) erano una delle regioni con le maggiori difficoltà economiche. Negli ultimi decenni però c'è stato un notevole progresso, grazie soprattutto al fiorire della piccola e media industria e al turismo.

Nelle Marche si è ripetuto lo stesso fenomeno avvenuto anche nel Veneto, nel Friuli, nell'Emilia-Romagna, in Toscana. Tutte queste regioni, grazie al loro sviluppo più tardivo, non hanno mai conosciuto una massiccia industrializzazione, e dunque neppure i gravi problemi ambientali e sociali a essa legati. La loro ricchezza ha un'origine diversa. Nel giro di una o due generazioni queste regioni sono passate da un'economia agricola a un'economia post-industriale, dalla povertà al benessere; la piccola e media impresa, con la sua flessibilità e i suoi bassi costi di produzione, ha reso possibile questo "miracolo". Fra l'altro bisogna ricordare che il territorio delle Marche, come quello della Toscana, non è adatto a coltivazioni intensive; l'agricoltura non è mai stata un'attività particolarmente redditizia nell'Italia centrale e meridionale, ma fino a pochi decenni fa era l'unica possibile.



La trasformazione del sistema produttivo marchigiano e il passaggio da un'economia essenzialmente agricola a un'economia post-industriale è un fenomeno degli ultimi venti o trenta anni. Le imprese marchigiane oggi producono e esportano diversi articoli di qualità: calzature (Valleverde, Tod's), mobili (Scavolini), carta (Fabriano), elettrodomestici (Merloni, Ariston, Indesit), strumenti musicali, ceramiche. L'agricoltura si concentra soprattutto sulle produzioni più pregiate: vino e olio d'oliva. Bene sviluppata è anche la pesca.

Un discorso a parte merita il turismo. I paesaggi delle Marche, anche se bellissimi, non sono così intensamente sfruttati come quelli delle regioni in cui è praticato il cosiddetto "turismo di massa". In compenso le Marche accolgono un altro tipo di turismo, un turismo intelligente e raffinato. Si tratta soprattutto di stranieri (inglesi, tedeschi, olandesi, francesi), che scelgono di passare qui le vacanze perché questa regione è tranquilla, lontana da strade e città affollate, e perché i suoi paesaggi e i suoi borghi antichi sono perfettamente conservati. Molti stranieri hanno acquistato case nella campagna marchigiana; altri invece soggiornano negli agriturismi, cioè in fattorie o case contadine restaurate. I visitatori degli agriturismi possono fare molte attività diverse: possono fare sport, andare a cavallo, frequentare corsi di cucina e di artigianato, partecipare al lavoro dei campi, o semplicemente passare le vacanze a contatto con la natura, nel silenzio e nell'aria pulita. In più possono mangiare i prodotti e i piatti tipici della zona. La moda degli agriturismi è nata in Toscana una ventina di anni fa; adesso è diffusa praticamente in tutta Italia.

Ma le Marche sono anche una regione di mare; esiste dunque anche un altro tipo di turismo, più tradizionale. Rimini non è lontana, pochi chilometri oltre il confine con la Romagna, e anche lungo la costa marchigiana ci sono molte belle spiagge, che in estate si riempiono di visitatori.

4. Cenni storici.

Anticamente le Marche erano popolate da tribù picene. La colonizzazione romana cominciò nel III secolo a.C., e dopo la caduta dell’Impero Romano il territorio fu diviso tra goti e bizantini; le cinque città occupate dai bizantini (Ancona, Fano, Pesaro, Rimini e Senigallia) presero il nome greco di Pentapolis. Successivamente la zona è passata ai longobardi e poi a Carlo Magno, che ne fece uno dei confini fortificati del suo impero, istituendo le cosiddette marche di Camerino, Fermo e Ancona.

Dopo la donazione di Carlo Magno alla Chiesa, il territorio diventò nominalmente di proprietà pontificia; in realtà la maggior parte dei contadini pagavano un tributo ai signori locali, mentre le città sono rimaste dei liberi comuni. Nel XII secolo Ancona è riuscita a conservare la propria indipendenza difendendosi da Federico Barbarossa e da Venezia, e si è affermata come una potente, anche se non molto duratura, repubblica marinara.

Il Quattrocento fu un periodo di lotte e scontri fra due famiglie rivali, i Malatesta di Rimini e i Montefeltro di Urbino. Poi il territorio passò definitivamente alla Chiesa; l’ultimo focolaio d’indipendenza, il Ducato di Urbino, ha cessato di esistere nel 1631. In seguito le Marche hanno seguito le sorti dello Stato della Chiesa. Il potere papale è continuato fino al 1860; tra tutti i territori conquistati dall’esercito piemontese in quell’anno, quello marchigiano è stato quello che ha opposto la maggior resistenza. Nonostante ciò, poco dopo le Marche sono state unite al Regno d’Italia.

 

5. Arte e cultura.

Oltre alle bellezze naturali, le Marche possiedono un importante patrimonio artistico. La maggiore città d'arte è Urbino, capitale di un ducato rinascimentale; la città è dominata dal celebre Palazzo Ducale, costruito da Federico di Montefeltro, condottiero e mecenate, signore di Urbino dal 1444 al 1482. A Urbino si conserva anche la casa natale di Raffaello. Ancona, capoluogo della regione, non mostra molte tracce del passato, nonostante le sue origini antiche (fu fondata dai greci nel V secolo a.C.); c'è però un bellissimo arco romano, l'Arco di Traiano, costruito nel 115 d.C.

Gli altri luoghi di interesse della regione sono soprattutto i piccoli borghi medievali sparsi fra le colline: San Leo, Jesi, Osimo, Ascoli Piceno, e Fabriano (famosa per la produzione della carta). Al confine fra le Marche e l'Emilia-Romagna troviamo poi la Repubblica di San Marino, la più antica repubblica d'Europa e uno dei più piccoli Stati del mondo, un luogo frequentatissimo dai turisti italiani e stranieri.

Infine ricordiamo che nelle Marche ci sono ben quattro università, tutte molto note e prestigiose: Urbino, Ancona, Macerata, Camerino.

 

6. Marchigiani celebri.

Senza possedere città o centri di cultura importanti, le Marche sono riuscite lo stesso a dare all'Italia dei personaggi di prima grandezza. In particolare, in questa regione sono nati tre artisti che hanno raggiunto, ciascuno nel suo campo, la più alta perfezione: il pittore Raffaello Sanzio, il musicista Gioacchino Rossini e il poeta Giacomo Leopardi.

Raffaello (1483-1520), considerato il più perfetto pittore del rinascimento, è restato il modello di artista ideale per tutte le epoche; nato a Urbino, allievo del Perugino, ha lavorato prima a Firenze e poi a Roma, dove è morto a soli trentasei anni. Gioacchino Rossini (1792-1868), nato a Pesaro e morto a Parigi, è stato uno dei più grandi operisti di tutti i tempi, con capolavori come la Gazza ladra, il Barbiere di Siviglia, Guglielmo Tell. Giacomo Leopardi (1798-1837), di famiglia aristocratica, ha passato una giovinezza solitaria nella piccola cittadina di Recanati, il suo "natìo borgo selvaggio"; è il maggiore rappresentante del romanticismo italiano, uno dei più grandi lirici di tutti i tempi.

Fra gli altri marchigiani illustri possiamo ricordare ancora l'architetto Donato Bramante (1444-1514), zio di Raffaello, e il compositore Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736), morto giovanissimo dopo aver scritto due riconosciuti capolavori, l'opera buffa La serva padrona e il toccante Stabat mater.

 

8. Come si mangia nelle Marche.

La cucina marchigiana è tipica dell’Italia centrale, e non è molto diversa da quella delle regioni vicine. Le maggiori somiglianze si notano con la cucina romagnola, specie nei primi piatti. Anche nelle Marche, infatti, si mangiano gli strozzapreti e i cappelletti in brodo; le tagliatelle marchigiane, a differenza dall’uso romagnolo, vengono condite con un sugo di fagioli. Anche in questa regione si mangia il brodetto, la tipica zuppa di pesce della costa adriatica. Un altro piatto locale molto noto sono le olive all'ascolana.

Tra i vini della regione va ricordato il Verdicchio di Jesi, uno dei migliori vini bianchi dell'Italia centrale.

 


[1] Il suo antico nome latino era Piceno.

[2] Attenzione: gli abitanti di Ancona si chiamano anconetani, quelli di Ascoli sono ascolani, gli abitanti di Macerata sono maceratesi, quelli di Urbino sono urbinati.


Дата добавления: 2015-11-04; просмотров: 17 | Нарушение авторских прав




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